Come la Tv si inventa i gay

Foto Deutsche Fotothek-Wikicommons

La TV verità fa acqua. Già Striscia la notizia ha dichiarato guerra alle noiosissime trasmissioni che ospitano casi umani strappalacrime. Molte casi sono costruiti ad “arte” e raccontati da comparse che si prestano al gioco perse, probabilmente, in una sorta di delirio narcisistico dell’apparire.

I gay italiani sono diventati chiaramente soggetti interessanti per questo tipo di televisione. Quanto le storie che i gay raccontano durante le trasmissioni televisive è frutto di esperienze realmente accadute o semplicemente ci troviamo di fronte alla ripetizione di un copione preparato da qualche anonimo regista per la soddisfazione degli spettatori?

Due testimonianze sono rivelatrici.

Un primo tentativo di creare “ad arte” una trasmissione con ospiti gay è stato quello di Alba D’Eusanio, conduttrice di “Un pugno ed una carezza”. La stessa ha contattato il circolo di cultura omosessuale romano “Mario Mieli” per organizzare una conferenza su omosessualità e sieropositività. La sua richiesta, come dice una infuocata lettera aperta del 9 febbraio di Imma Battaglia presidentessa del “Mieli”, era molto specifica: la D’Eusanio avrebbe voluto «avere in trasmissione una persona sieropositiva che chiedesse scusa alla famiglia o ad un partner che avrebbe contagiato involontariamente». Il “Mario Mieli” ha rifiutato di partecipare alla trasmissione e la Battaglia ha definito la richiesta della conduttrice «vergognosa» aggiungendo anche i «complimenti [per] l’alto livello di qualità del servizio pubblico, che continua a generare disinformazione, sottocultura, e a far vedere l’omosessualità come un fatto di cui vergognarsi (quindi di cui chiedere scusa) e non come una fierezza di essere e di esistere». In questo caso, che si commenta da solo, il tentato “falso”, fortunatamente, non è riuscito.

Al contrario la trasmissione “Cominciamo Bene” (su Rai 3 tutte le mattine alle 9.30) venerdì dodici gennaio ha trasmesso uno speciale omosessualità con il primo caso ben documentatato di gay costruito.

Your ads will be inserted here by

Easy AdSense.

Please go to the plugin admin page to
Paste your ad code OR
Suppress this ad slot.

In studio si sono alternati ospiti più o meno “illustri” del mondo gay dal fidanzato di Eros Veneziani, già intervistato durante il gay Pride, a Franco Grillini e al cantautore Umberto Bindi. Nulla da eccepire quanto ai contenuti dello speciale anche se ci resta qualche dubbio sull’intervento del docente di Psicologia dell’Università la Sapienza di Roma, Aldo Carotenuto, che si è dichiarato convinto che i gay si sentano donne in un corpo di uomo. La tesi, ci appare, permettetetecelo, un po’ stantia…

Durante la trasmissione c’è stato, poi, un collegamento con Tele Boario, una piccola emittente bresciana, durante il quale un giornalista ha intervistato un gay ventiduenne, Omar. Omar, a detta dell’intervistatore, aveva una storia “molto interessante” da raccontare. Infatti dopo una esperienza eterosessuale il giovane si sarebbe scoperto gay. Queste le sue parole: «A scuola mi sono innamorato di una ragazza […] è nata una storia d’amore, da cui è nata una bambina, avevo 16 anni. Ci siamo lasciati perchè ero attratto dai ragazzi. Tutt’ora io e la ragazza ci vediamo e ci sentiamo […] io e lei [mia figlia] ci vediamo mediamente due volte al mese, mi vede come figura paterna, non è consapevole della mia faccenda [dell’omosessualità] e quando crescerà glielo spiegherò».

Bella l’immagine di questo giovane, peraltro decisamente carino offertaci da Tele Boario, un gay normale, con una storia etero alle spalle, che non si vergogna di essere omosessuale né di fronte alla sua ex-ragazza né di fronte alla figlia.
Peccato che questa storia sia falsa. Qualche giorno dopo la trasmissione vengo contattato da un amico, Pierre Martinazzi, che mi dice di aver incontrato il giovane e di avergli chiesto se effettivamente aveva una figlia. Lo stesso avrebbe negato e detto che «aveva subito pressioni da quelli di Tele Boario per raccontare quella storia». L’emittente gli avrebbe promesso una collaborazione lavorativa.

Contatto telefonicamente Omar, che conosco di vista, per capire qualcosa di più. Non mi rilascia dichiarazioni né vuole essere intervistato. Il diritto di cronaca vuole però che racconti quella telefonata durante la quale non nega di avere una figlia, ma nega che tale figlia sia sua: «Una mia amica mi ha chiesto di dare il mio cognome a questa figlia che non ha avuto con me». Gli chiedo se paga l’assegno familiare o se la figlia è sul suo stato di famiglia e mi risponde con un no deciso. Cerco di vederci ancora più chiaro e Martinazzi mi fa ascoltare la registrazione di una telefonata intercorsa fra lui e Omar. In un punto, il giovane che viene criticato pesantemente per le «stupidaggini» dette durante la trasmissione, si difende: «La stupidaggine non è il fatto che io non ce l’abbia [la figlia] il problema è che loro [Tele Boario] hanno creato questa storia e hanno pensato che questa figlia fosse mia ».

Tutto è ancora più confuso, ma Omar, sicuramente, quel giorno non ha raccontato la sua storia. Peccato, fino a dieci anni fa era difficoltoso presentarsi da gay normali alle trasmissioni televisive. Ora che ci offrono degli spazi ci vogliono gay speciali così da incrementare l’audience. Difficile dire perché Tele Boario abbia inventato quella storia. Probabilmente il fatto di avere uno spazio nella trasmissione di Rai 3 li ha indotti a cercare di far bella figura. Non ci sono riusciti. In più è necessario aggiungere, che quella emittente, doveva raccontare la storia di un omosessuale di Boario, un piccolo paese della Valle Camonica, distante circa settanta chilometri da Brescia, dove l’omosessualità è ancora un tabù e i gay vivono per lo più nascondendosi. Omar vive, lavora e frequenta Brescia.

Aspettiamo il giorno in cui un gay ci racconterà in una trasmissione televisiva che attraverso sicuri riti Vudoo è diventato etero ed è finalmente felice… (Pubblicato in “Babilonia” con il titolo Cominciamo male…!, aprile 2001, p. 18).

Nota: mai parole furono profetiche  quanto queste. Oggi, siamo nel 2010, in tv compaioni omosessuali che dichiarano di essere ormai eterosessuali. Al caso ho dedicato un’inchiesta qui.

Stefano Bolognini ⋅

Commenta

  • (will not be published)