Si può curare l’omosessualità?

Il punto sulle cosìdette “terapie riparative”

“L’omosessualità è una variante naturale
del comportamento umano”.
Organizzazione mondiale della Sanità

COSA SONO LE TERAPIE RIPARATIVE?

Sotto il nome di terapie riparative (reparative theraphy) o di conversione si riuniscono diversi modelli terapeutici tesi a modificare l’orientamento o l’identità sessuale di un individuo da omosessuale a eterosessuale. L’approccio “riparativo” all’omosessualità nasce nei primi anni ottanta dagli studi  di Elizabeth Moberly, un teologo inglese, che, nel testo Homosexuality: A New Christian Ethic, individua tra le cause dell’omosessualità “incomprensioni” nel rapporto tra padre e figlio.

Le terapie riparative hanno assunto visibilità mediatica internazionale per il lavoro di Charles Socarides, uno psichiatra americano, e Joseph Nicolosi, uno psicologo clinico americano cattolico conservatore, fondatore e direttore della Thomas Aquinas Psychological Clinic ed ex presidente del Narth, l’associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità. Nicolosi ha raccolto le sue teorie nel libro Reparative Therapy of Male Homosexuality: A New Clinical Approach pubblicato nel 1991.

COME SI SOMMINISTRANO LE TERAPIE RIPARATIVE?

Stando ai testi di Joseph Nicolosi l’approccio alla conversione di omosessuali in eterosessuali è multiforme e si basa sulla terapia psicanalitica, biblioterapia, psicoterapia di gruppo fino alla terapia del sogno. Sono poi importanti elementi come l’iniziazione alla mascolinità, il superamento del falso ‘io’, la ricomposizione del rapporto con il padre, il recupero della competizione e rapporti maschili non sessuali. Anche la castità e la preghiera sono utili alla buona riuscita della terapia.

CHI CURA GLI OMOSESSUALI?

I tentativi di convertire omosessuali in eterosessuali non è supportato dalla pratica medico clinica ufficiale ma proviene da diverse associazioni che si rifanno ai valori cristiani come le americane NARTH, Exodus e Courage o l’europea Living Waters. Questi gruppi offrono consulenza, organizzano conferenze, sedute psicoterapeutiche e seminari sovente dietro compenso.

In Italia non operano vere e proprie filiali delle associazioni menzionate bensì piccoli gruppi, legati a realtà religiose, generalmente dotati di una leadership carismatica che si rifanno alle teorie propagandate da Nicolosi e le diffondono attraverso blog, siti web, media cattolici o il passaparola.  Questi gruppi trovano spazi proprio in ambienti messi a disposizioni da diocesi e parrocchie per organizzare seminari e riunioni di preghiera rivolte ad omosessuali e lesbiche.

Nella realtà italiana il lavoro dei terapeuti di omosessuali non è mai pubblico e visibile (o le è solo in parte) e i terapeuti italiani, più volte sollecitati a confrontarsi con psicologi e psichiatri hanno sempre opposto un netto rifiuto. Questi gruppi poi, non parlano mai esplicitamente di “cura” e “terapia” dell’omosessualità, ma usano forme metaforiche come “rifioritura” o “nuovi percorsi” per gli omosessuali.

LE TERAPIE RIPARATIVE FUNZIONANO?

In ambito scientifico è netta e unanime la condanna delle “terapie riparative” come inefficaci, inutili e pericolose.  Associazioni professionali di psicologi e psichiatri di tutto il mondo (soprattutto statunitensi) hanno più volte condannato tali terapie esprimendo l’impossibilità di giudicare con criteri scientifici gli studi teorici di Joseph Nicolosi che si presentano come aneddotici e lacunosi. Lo stesso Nicolosi, relativamente all’efficacia delle proprie terapie ha dichiarato che su di un terzo dei sui pazienti la terapia non ha alcun effetto, mentre un altro terzo dei suoi pazienti avrebbe avuto un “significativo miglioramento, comprendono il proprio lato omosessuale ed esprimendo un certo senso di controllo”. Gli altri pazienti sarebbero invece “guariti” in quanto si astengono dal sesso e la frequenza dei desideri omosessuali è diminuita anche se non necessariamente annullata.

IL NO DELLA SCIENZA ALLE TERAPIE RIPARATIVE

1991 – Gerald Davison, ex presidente dell’Association for the Advancement of Behavior Therapy, dichiara che la terapia di conversione è eticamente impropria e la sua esistenza conferma solo i pregiudizi sociali e professionali contro l’omosessualità.

1993 – L’American Academy of Pediatrics pubblica un documento relativo alle linee di condotta dei pediatri intitolato “Omosessualità ed adolescenza” critico ad ogni forma di terapia ripartiva che sarebbero “controindicate, perché possono provocare senso di colpa e ansietà  avendo poco o nessun potenziale per realizzare cambiamenti di orientamento”.

1994 - L’APA, American Psychiatric Association rilascia una scheda informativa sulle terapie riparative che dice che “non ci sono pubblicazioni scientifiche a sostegno dell’efficacia di ‘terapia riparativa’ come un trattamento per cambiare l’orientamento sessuale”. L’APA pubblica anche un opuscolo intitolato “Risposte alle vostre domande su orientamento sessuale e omosessualità”. Nell’opuscolo è ribadita la condanna alle terapie riparative: “l’omosessualità non è una malattia mentale e non vi è alcuna ragione scientifica per tentare la conversione di lesbiche o omosessuali […] molte delle affermazioni [sulle terapie riparative, ndr.] provengono da organizzazioni con un punto di vista ideologico sull’omosessualità, piuttosto che da ricercatori di salute mentale, i trattamenti ed i loro risultati non sono ben documentati, e il periodo di tempo che i clienti sono seguiti dopo il trattamento è troppo breve”.

1996 – La National Association of Social Workers (NASW), l’associazione nazionale americana degli assistenti sociali, adotta la seguente linee giuda: “Le terapie di conversione dell’orientamento sessuale presuppongono che l’orientamento omosessuale sia patologico e liberamente scelto. Non sono disponibili dati che dimostrano che le terapie riparative o di conversione siano efficaci, ed in effetti possono essere dannose. […] NASW scoraggia gli assistenti sociali a fornire trattamenti destinati a modificare l’orientamento sessuale o a fare riferimento a programmi o pratiche che pretendono di farlo”.

1997 – L’APA condanna esplicitamente le terapie riparative di Joseph Nicolosi e del Narth con una risoluzione approvata a larga maggioranza: “Considerando che alcuni professionisti della salute mentale sostengono trattamenti di lesbiche, gay, bisessuali basati sulla premessa che l’omosessualità è un disturbo mentale (es., Socarides, Nicolosi, et al, 1997); Considerando che l’etica, l’efficacia, i benefici e il potenziale di danno delle terapie che mirano a ridurre o eliminare l’orientamento sessuale omosessuale sono oggetto di dibattito ampio nella letteratura professionale e dei media popolari (Davison, 1991; Haldeman, 1994; Wall Street Journal, 1997); […] l’APA afferma i seguenti principi in materia di trattamenti modificativi l’orientamento sessuale: che l’omosessualità non è una malattia mentale (American Psychiatric Association, 1973), e che gli psicologi “non partecipano consapevolmente o tollerano ingiuste pratiche discriminatorie“. La risoluzione che implicitamente dichiara non etica la terapia ripartiva conclude: l’American Psychological Association si oppone a rappresentazioni di gay, lesbiche, bisessuali, giovani e adulti, a malati di mente a causa del loro orientamento sessuale e sostiene la diffusione di informazioni precise circa l’orientamento sessuale, e la salute mentale, ed opportuni interventi al fine di contrastare pregiudizi che hanno sede nell’ignoranza o in credenze infondate sull’orientamento sessuale”.

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1999 – L’APA, American Psychiatric Association dichiara che “non esiste alcuna evidenza che le cosidette terapie riparative abbiano efficacia nel convertire un orientamento sessuale in un altro”.  La dichiarazione sottolinea anche i “grandi” rischi potenziali della terapie riparative: “depressione, ansia, e comportamento autodistruttivo”.

L’American Counseling Association adotta una posizione contraria alla promozione della “terapia riparativa ” come una” cura “delle persone omosessuali.

2000 – Il consiglio di amministrazione dell’Associazione Nazionale americana degli Assistenti Sociali (NASW) adotta una risoluzione che dice: “L’aumento delle campagne mediatiche, spesso accoppiato con messaggi coercitive da familiari e membri della comunità, ha creato un ambiente in cui lesbiche e gay sono spesso spinti a cercare terapie riparative o di conversione, che non possono e non cambieranno il loro orientamento sessuale”.

2009 – Il Royal College of Psychiatrists inglese  dichiara di condividere “sia le preoccupazioni dell’American Psychiatric Association che dell’American Psychological Association” sulla non scientificità dei contributi terapeuti del Narth e sui pericoli delle terapie riparative su pazienti omoessuali. L’Australian Psychological Society , sul suo sito, dice: “L’orientamento omosessuale non è una malattia e non vi è alcuna ragione scientifica per tentare la conversione di lesbiche o omosessuali all’eterosessualità. L’Australian Psychological Society riconosce la mancanza di prove scientifiche sull’utilità della terapia di conversione, e sottolinea che possono essere dannose per l’individuo”.

IL NO ITALIANO ALLE TERAPIE RIPARATIVE

1) “Lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona”. Giuseppe Luigi Palma Presidente dell’Ordine Nazionale Psicologi (fonte: Agenzia stampa AGI, 8 gennaio 2008)

2) “Gli psichiatri non possono curare qualcosa che non ritengono una malattia. Il nostro manuale diagnostico, il DSM 4°, non contiene l’omosessualità tra le malattie. E’ stata cancellata nel DSM 3, da molti anni ormai. Come può un medico a curare qualcosa che non è una malattia?”  Elvezio Pirfo, referente per l’Albo degli Psicoterapeuti dell’Ordine dei Medici di Torino, che sull’argomento si è confrontato proprio con il presidente dell’ordine dei medici, Amedeo Bianco, e ci parla in nome, e per contro, dello stesso. (fonte: “Pride”, febbraio 2008).

3) “Qualunque corrente psicoterapeutica mirata a condizionare i propri clienti verso l’eterosessualità o verso l’omosessualità è contraria alla deontologia professionale ed al rispetto dei diritti dei propri pazienti… inoltre le cosiddette ‘terapie riparative’, rivolte a clienti aventi un orientamento omosessuale, rischiano, violando il codice deontologico della professione, di forzare i propri pazienti nella direzione di ‘cambiare’ o reprimere il proprio orientamento sessuale, invece di analizzare la complessità di fattori che lo determinano e favorire la piena accettazione di se stessi”. Ordine degli psicologi della Lombardia, 12 maggio 2010

IL SOSTEGNO ALLE TERAPIE RIPARATIVE

L’unico sostegno a agli approcci terapeutici viene da gruppi religiosi che esprimono forti pregiudizi di ordine morale verso l’omosessualità.

ALTRI APPROCCI TERAPEUTICI – BREVE STORIA

Già nel 1878 il famoso igienista italiano Paolo Mantegazza in Igiene dell’Amore proponeva un approccio al sesso con “donne esperte” quale terapie per risolvere il “problema” dell’omosessualità.

Tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento ebbero notevole seguito accademico, ma nessun risultato pratico, le terapie ormonali.  Karl Peter Vaernet, un medico tedesco specializzato in endocrinologia sosteneva che fosse un deficit di testosterone alla base dell’orientamento omosessuale e brevettò un tubo metallico che, una volta impiantato nel paziente, avrebbe rilasciato testosterone per lunghi periodi. Dalle parole ai fatti il suo omologo italiano, il medico Nicola Pende, impiantò pastiglie di ormoni maschili di scimmia, senza alcun risultato apprezzabile se non una maggiore crescita pilifera nel paziente.

La strada della terapia chirurgica fu tentata anche, in pieno nazismo da Knud Sand, medico tedesco convinto che l’omosessualità fosse una “malattia guaribile” con il trapianto di testicoli umani sani, e cioè eterosessuali, negli omosessuali. Anche il più celebre Alfred Adler, nel 1945 in Il Problema dei sesso, è sulla stessa linea d’onda: un innesto di estratti d’organi del sesso dominante possono “esaltare il sesso” dell’individuo.

Dagli anni Settanta, complice la moda terapeutiche dell’epoca, si giunse sino alla proposta (rieccheggiata ad un convegnio cattolico sulla sessualità a San Remo nel 1972 che vide la prima protesta della militanza gay organizzata in Italia) di lobotomizzare gli omosessuali con la cura “Reder” che consisteva “nel produrre una lesione in quella zona del cervello che si chiama nucleo ventricolare mediale”.

Ma erano anche altre le proposte sul tavolo: lo psichiatra inglese Philip Feldmann propose la ‘terapia d’avversione’ e cioè l’elettroshock: “Si proietta una diapositiva di un uomo nudo visto di spalle davanti ad un omosessuale. Se questi indugia più di otto secondi ad ammirarla riceve una scossa, un piccolo choc, attraverso gli elettrodi applicati ai polpastrelli. Poi la diapositiva dell’uomo scompare sostituita da quella di una bella donna anch’essa nuda. In questo caso l’omosessuale non riceva alcuna scossa.”.

Ancora, nello stesso periodo, Frank Caprio in La vera felicità sessuale l’autoipnosi quale terapia dell’omosessualità…

Oggi, nonostante la presa d’atto (del 1973) dell’American Psychiatric Association dell’assenza di prove scientifiche che giustifichino la catalogazione dell’omosessualità come patologia psichiatrica e la sua cancellazione dall’elenco delle malattie mentali, sopravvivono gruppi fanatico religiosi che propongono e promettono di convertire omosessuali in eterosessuali. (Dossier redatto per Arcigay)

24 commenti

  1. raffaele

    Sono un padre di 37 anni e ho subito una separazione a causa di questa deviazione omosessuale.Mi domando se realmente possa esserci un tecnico che possa interaggire in qusto? e come si chiamerebbe questa figura?

  2. paolo valerio

    notizie interessanti ed utili che fanno comprendere a tutti i rischi sottesi alle così dette “terapie riparative”

  3. Franco

    curare l’omosessualità???? l’essere omosessuali nn è una malattia ma un essere uguali agli altri solo che una persona omosessuale ha gusti diversi rispetto alle altre… siamo nell era dell evoluzione ragazzi w i gay!!!!

  4. Daniele

    Essere Gay è essere malati e deviati. Se la natura approvasse l’omosessualità due Gay dovrebbero poter procreare senza l’ausilio di tecnologie o del sesso opposto….

  5. Marco

    sono gay e davvero ne soffro molto. Non mi sento discriminato, ma so che per me e’ sbagliato cio’ che faccio e che sono. Vorrei davvero che qualcuno fosse capace di farmi diventare normale. Se la smettessero di criminalizzare chi cerca terapie riparative, forse un giorno potrei guarire e tornare a essere sereno come voi.

  6. Manlio Converti

    In Italia l’omosessualità è ancora una malattia… codice ICD-9 208.3 (da indicare anche in caso non si intenda procedere a terapia, nota ufficiale del SSN).
    Se qualcuno del gruppo volesse contattarmi, a Napoli, stiamo già lavorando sull’argomento in modo efficace… facciamo rete ??
    Manlio Converti

  7. Andrea

    la realtà è che non c’è cura, sono momenti particolari della vita e fanno parte della natura, volete mettervi con la testa a posto, invece di creare stronzate inutili arrendetevi perché questa è la natura, ed è bella perché è varia, ciao.

  8. Nicola

    Se l’uomo fosse “perfetto” allora non dovrebbe ammalarsi… ah già vero, eppure esistono le medicine! Per Marco, anche io ho passato il periodo del rifiuto, ma ostentarsi al rifiutare qualcosa che non cambierà mai è cercare il suicidio, te lo dico per esperienza personale.

  9. Alida Vismara

    Chissa’ se Stefano Bolognini ora la pensa ancora alla stessa maniera, dopo aver incontrato Raffaele il ragazzo di una di queste testimonianze?:
    IL DIRITTO ALLE TERAPIE E ALL’AUTODETERMINAZIONE:
    Il cambiamento di orientamento sessuale , ora è anche scientificamente confermato grazie alla nuova scienza sulla neuroplasticità oltre alle migliaia di testimonianze in tutto il mondo. http://www.youtube.com/watch?v=AS0i4_Fv40A
    TRATTAMENTO OMOSESSUALITA’ MASCHILE – Un approccio cognitivo-comportamentale ed interpersonale – prof. psichiatria clinica presso Università dello Utah A. Decano Byrd, ph. D.
    http://www.narth.com/docs/ital-trattamento.pdf
    OMOSESSUALITA’ FEMMINILE: Gli scritti della psicoterapeuta Janelle Hallman
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2010/09/gli-scritti-di-janelle-hallman.html
    SI E’ POSSIBILE CAMBIARE TESTIMONIANZA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2008/06/omosessualit-si-possibile.html
    IL FONDATORE DI “YOUNG GAY AMERICA” DIVENTA ETERO:
    http://www.losai.eu/usa-il-fondatore-di-young-gay-america-diventa-etero/
    TESTIMONIANZA DI FRANCESCA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2010/04/uscita-dallomosessualita-testimonianza.html
    STORIA DI UNA BAMBINA “TRANSGENDER” IN UNA SOCIETA’ DEGLI ANNI 60:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2013/03/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html
    TESTIMONIANZA DI STEPHEN:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2011/10/testimonianza-di-un-ex-omosessuale-la.html
    TESTIMONIANZA DI RAFFAELE:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.it/2013/03/uscire-dallomosessualita-testimonianza.html
    TESTIMONIANZA DI ANDREA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2011/12/testimonianze-di-ex-omosessuali.html
    UN CENTINAIO DI TESTIMONIANZE IN INGLESE:
    http://www.voices-of-change.org/our-stories.html

  10. perthy

    Esatto daniele sarebbe come dire a noi tedeschi che voiu italiani siete una razza.

  11. prima di

    Alida vismara fonti autorevoli non sostengo.o le vs teorie.

  12. mike

    salve voglio dire la mia sull’omosessualità. sono etero però a 30 anni passati da anni stento a trovare una donna con cui condividere la vita. dai e dai mi sono fatto l’idea che in giro ci sono molte persone omosex di entrambi i sessi. forse il problema sono io, ma finora non capisco cosa possa esserci in me di sbagliato. finora il sesso l’ho praticato a pagamento. è stato un periodo breve dato che sono cristiano e mi faccio scrupoli morali. comunque ho riflettuto su come la gente diventi omosex. credo ci siano 2 meccanismi psicologici entrambi causati dal meccanismo educativo basato sull’obbedienza (“fai così sennò non ti amo, e sarà peggio per te”) presente in tutte le culture: 1) il bambino una volta sgridato dal padre ha paura di non essere amato da lui e poter amare lui. così finisce per voler essere amato ed amare ogni uomo maschio in cui vede il padre. idem nel caso bambina e madre. 2) la madre dice al bambino maschio di obbedire, e nel senso di prendere esempio da qualcuno. il qualcuno spesso è la madre, cui nelle varie culture è affidata l’educazione, per cui il bambino anche se è maschio comincia a ragionare da donna divenendo gay. sono 2 meccanismi che uno agisce su maschi e femmine l’altro solo sui maschi. spero di essere stato di aiuto agli omosex che non si trovano bene nella loro condizione. infatti mi sono antipatici gli omosex fanatici per cui nulla della cosa è da discutere. tra l’altro ho come l’impressione che certi ambienti cattolici abbiano paura che certe cose come quanto ora da me detto siano diffuse. forse perché credo che l’omosessualità alla chiesa abbia sempre fatto comodo, per controllo demografico e perché tanto alcuni si consacravano alimentando le fila della chiesa. nella quale però hanno sempre comandato gli etero. e, mi si consenta, per fortuna dato che secondo me l’uomo è per la donna e viceversa. se qualcuno si offende mi dispiace ma io la penso così. oggi credo che di omosex ce ne siano di più del passato perché forse hanno favorito i 2 meccanismi storici. è bastato rendere la società più stressata e competitiva cosicché i genitori diventavano ancora più duri verso i figli. lo scopo credo sia canalizzare tali omosex contro il cristianesimo. inoltre ho il sospetto, solo tale, che in cose che abbiamo mangiato e bevuto ci siano cose per cui qualcuno/a diventa omosex. ecco perché, se fosse vero, la terapia di Nicolosi non funziona sempre: la causa non è psicologica ma chimica. saluti.

  13. mike

    non mi ero reso conto che qui si criticano le teorie riparative. a parte che comunque i discorsi che fa luca di tolve su come sarebbe diventato gay non li capisco. magari credo che sia diventato gay ma lì mi fermo. poi dico che secondo me gli omosessuali sono usati contro il cristianesimo. assieme ai musulmani. che agli occhi di qualcuno contano di più. altrimenti si dovrebbe spiegare come mai in europa si concede-il trend è quello, che piaccia o no-il matrimonio gay ma al contempo stanno facendo entrare e da decenni i musulmani che sugli omosessuali si sa come la pensano. secondo me gli omosessuali europei vivono un’epoca di illusione: andando avanti così ci saranno sempre più musulmani e meno europei i quali fanno meno figli-i governi a tale scopo ne hanno fatte di tutte- e dopo i musulmani vorranno dire la loro. forse sbaglio ma non so dove posso sbagliarmi.

  14. prima di

    Ida vismara, da madsacrare di coltellate.

  15. Mario Ferretti

    affermare che la depatologizzazione dell omosessualità da parte dell APA sia conseguito a “Minacce” e pressioni(!!) da parte di ignote associazioni lgbt all apa stessa. questo perchè, in primis, pretendere che nel 1973 vi fossero associazioni lgbt che potessero sfilare liberamente e perfino fare pressioni in ambito medico, è ridicolo. non a caso, nell america degli anni 70, l omosessualità era ancora curata mediante elettroshock e altre amenità psichiatriche.oltre a questo, verrebbe da chiedersi , oltre a “dove sarebbero queste pressioni e minacce”(mai presentate in nessun modo da alcuna testata giornalistica o da qualsiasi psichiatra facente parte di chi sosteneva la patologizzazione dell omosessualità) , in che modo delle associazioni lgbt potevano compiere intimidazioni in un epoca storica in cui (testimoniano i moti di stonewall), gli omosessuali erano in vari stati americani ILLEGALI e in altri erano soggetti a raid di polizia e arresti indiscriminati su basi inesistenti. verrebbe anche da chiedersi quali sarebbero le associazioni lgbt così grandi e potenti che avrebbero manipolato l apa. perchè non risulta che vi siano. in america si costruìrono le associazioni GLF E GAA nel 1969 , ed è veramente patetico gridare alla lobby gay potente e che controlla tutto, in un contesto come quello americano degli anni 70 , e soprattutto per quanto riguarda movimenti neonatali che nella fantasia popolare avrebbero comandato a bacchettà un associazione internazionale di psicologia e psichiatria a un paio d anni dalla loro nascita. usando per di più intimidazioni fantasma senza ripercussione alcuna! C: tralasciando questa parentesi di marcoz che ignorava apertamente il contesto sociale dell omosessualità nell america degli anni 70, preme rammentare un paio di cosucce che evidentemente gli è comodo omettere: la votazione per la depatologizzazione dell omosessualità non nacque improvvisamente dal nulla. il dibattito sulla questione è durato decenni, a partire dal 1957 mediante le ricerche di evelyn hooker (la quale SOSTENEVA la patologizzazione dell omosessualità). tali ricerche erano prive di fondamento scientifico, motivo per cui il dibattito si accese e ulteriori ricerche presentate in particolar modo da judd manor dimostrarono proprio che l omosessualità non rappresentava una patologia mentale. quello che sorprende, è che il referendum , ovvero la votazione per alzata di mano che tanto viene criticata da persone come marcoz, e che attribuisce a pressioni di movimenti gay all apa, IN REALTà è STATO DIRETTAMENTE VOLUTO DA alcuni psichiatri, guidati da Irving Bieber e Charles Socarides , che SOSTENEVANO LA PATOLOGIZZAZIONE DELL OMOSESSUALITà. essi, contrari a una revisione scientificamente discussa , del dsm, richiesero un vero e proprio referendum, OTTENENDOLO. per poi lagnarsi dopo aver perso tale votazione. COERENZA? D: affermare che l apa si stia apprestando ad affermare la pedofilia come orientamento sessuale è una falsità incredibile, estremamente priva di qualsivoglia prova concreta. è solamente un abuso della credulità popolare. perchè da nessuna parte, nel dsm passato e presente (dal 3 al 5) , la pedofilia è mai stata depatologizzata. nel dsm 4 , è sempre stata identificata come disordine psicologico (parafilia), che equivale in termini medici a malattia mentale, e nel dsm 5 tutte le parafilie sono state definite meglio con altri nomi,(la pedofilia in pedophilic disorder), senza però che sia cambiata essenzialmente la metodologia di diagnosi e la classificazione delle stesse come disordini psicologici. l apa emise anche un comunicato : Pedophilia, included in the American Psychiatric Association Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) since 1968, continues to be classified as a mental disorder. e viene anche aggiunto: Darrel A. Regier, M.D., M.P.H., Director, American Psychiatric Association’s Division of Research states, “there are NO plans or processes set up that would lead to the removal of the Paraphilias from their consideration as legitimate mental disorders.” ovvero : “NON ci sono piani o processi in corso che possano portare alla rimozione delle parafilie dalla loro condizione come disturbi mentali” tratto dall American Psychiatric Association Statement Diagnostic Criteria for Pedophilia Laurie Oseran, June 17, 2003 nel dsm, mai è esistita una definizione della pedofilia come orientamento sessuale, e MAI l apa si è anche solo avvicinata al definirla come tale. chi sta volutamente affermando il falso, lo fa perchè vittima della sua credulità.

  16. Mario Ferretti

    Doveroso evidenziare che cerrelli ha più volte evidenziato l omosessualità come malattia e ne ha promosse le terapie per curarla. mi viene da chiedere in che modo indicare milioni di altre persone, anche minorenni, come deviati mentali da curare in quanto omosessuali, non sia un offesa e una denigrazione. creare un convegno in cui parteciperà una persona del genere, al fine di sminuire e fare terrorismo psicologico sulla legge anti omofobia. 3ps: Sirassicurarino tutti quelli che stanno cedendo al terrorismo psicologico di cerelli: la legge anti omofobia altro non è che la legge mancino (e niente della stessa è stato cambiato a parte l introduzione/attenuante dell emendamento gitti, che è tutt altro che liberticida ma casomai rischia di provocare un effetto contrario). se qualcuno vi dice che la legge mancino può mettere in prigione qualcuno per aver detto “sono contro il matrimonio/adozioni gay”, sappiate che, in sintesi, sta dicendo che la legge mancino può mettere in prigione chiunque affermi “io sono contro lo ius soli”. impossibile, no? ma non finisce qui. chi afferma una cosa del genere, lascia intendere che la legge mancino POSSA sovrastare la legge costituzionale (nello specifico l art 21 della libertà di opinione), LIBERAMENTE. non so quale avvocato di bassa lega potrebbe pronunciare una blasfemia giuridica di tale livello. anzi, lo so: cerrelli. purtroppo per lui , se la legge mancino scavalcasse l art 21 della costituzione ,DI FATTO VIOLANDOLO, la legge sarebbe incostituzionale e non potrebbe essere applicata in nessun modo, anzi, verrebbe abolita. ma come ben sappiamo, la legge mancino non è incostituzionale. non lo è mai stata. eppure “qualcuno” pretende di farla passare per tale solo quando si parla di omosessuali. affermare poi che un giudice può mandare in prigione chicchessia perchè può definire come “omofobia” quello che gli pare a seconda di come gli girano quel giorno, è falso: vorrebbe dire che un giudice può emettere sentenze incostituzionali comodamente, senza ripercussioni, quando gli pare e piace e a seconda del suo umore giornaliero. è chiaro che non è così. se , infatti, esporre una propria contrarietà ai matrimoni e adozioni gay rientra a pieno nell art 21 della costituzione, un giudice NON PUò scindere da questo articolo e decidere da sè che quell affermazione non è più un opinione “perchè per lui è omofoba”. verrebbe da chiedersi che giudice sia. del resto la legge mancino non può essere usata per ridefinire l art 21 della costituzione. la legge mancino contiene nel suo testo dei limiti precisi al fine di non violare tale articolo. e a parte questo, la legge mancino punisce in primis L ISTIGAZIONE alla violenza, alla discriminazione e all odio , oltre che violenze/offese/denigrazioni. oltre che generare un aggravante per i reati commessi IN RAGIONE di tale odio. ecco, preme evidenziare questa parte: IN RAGIONE DI TALE ODIO. a tal proposito, vi voglio rassicurare su una cosa: se picchiano un etero e picchiano un gay, non è vero che è più grave il secondo caso. se picchiano un etero IN RAGIONE DEL SUO ESSERE NERO, IN RAGIONE DELLA SUA RELIGIONE, IN RAGIONE DEL CREDERE CHE SIA GAY, allora vi è l aggravante della mancino. se picchiano un gay a causa di una rissa in un bar nata da un debito non pagato, la legge mancino NON SUSSISTE in quanto il movente non rientra tra le aggravanti della mancino. spero di esser stato chiaro.

  17. MarcoEL

    Sig. Bolognini lei scrive:

    “L’unico sostegno a agli approcci terapeutici viene da gruppi religiosi che esprimono forti pregiudizi di ordine morale verso l’omosessualità.”

    Guardi, Joseph Nicolosi non é un teologo, é un o psicologo dell’ APA.
    Charles Socarides é un ex membro APA, psicologo e psicanalista.
    Robert Spitzer (dovrebbe sapere chi è) nel 2001 affermò che si, in una certa misura le terapie riparative funzionano.

  18. Paolo

    Sono uno studente di psicologia.
    Vorrei spiegare alle persone che non comprendono il perchè l’ omosessualità non è una patologia, le motivazioni che fanno pensare che essere omosessuali sia sano.
    In generale ci sono due poli della malattia mentale: il polo psicotico e il polo nevrotico.
    Per spiegarlo in poche parole gli psicotici sono quelle persone che delirano, cioè che dicono cose palesemente false come per esempio ”ho visto dio” e hanno allucinazioni, mentre i nevrotici sono quelle persone che per esempio hanno delle fobie, o hanno paura di uscire di casa, o sono troppo ordinati (sto volutamente semplificando).
    Verso il polo psicotico c’è un incapacità di trattenere gli impulsi, mentre verso il polo nevrotico c’è un ipermoralismo, un eccesso di regole.
    Quindi per capirci verso il polo psicotico ci sono disturbi come per esempio le parafilie (tra cui la pedofilia) in cui il soggetto è incapace di trattenersi, e verso il polo nevrotico ci sono disturbi come per esempio la frigidità, l’ incapacità di raggiungere l’ orgasmo.
    Per semplificare nel polo psicotico la persona è incapace di trattenersi dall’ agire gli impulsi, e nel polo nevrotico al contrario è troppo inibita, è troppo moralista.
    Ecco, l’ omosessualità non è associata a nessuna patologia mentale.
    Se l’ omosessualità fosse una parafilia come per esempio la pedofilia, allora vedremo che gli individui omosessuali hanno anche disturbi di personalità o patologie verso il polo psicotico, cioè verso quel polo dove la persona è incapace di trattenere gli impulsi.
    Ma invece non è cosi. In genere quando una persona ha una parafilia manifesta anche altri disturbi, un omosessuale però non ha nessun disturbo, ne nel polo psicotico ne in quello nevrotico.
    Uno psichiatra potrebbe visitare un omosessuale e dire che egli è assolutamente sano, cioè che non ha nessun disturbo che gli causa sofferenza.
    Se poi però si vuole considerare l’ omosessualità un disturbo a sè, scollegato da qualsiasi altra caratteristica patologica, allora però bisogna capire che questo è un disturbo della società, causato dalla società, non è l’ omosessuale ad avere un disturbo ma la società ad avere un disturbo verso l’ omosessualità.
    Un disturbo psicologico causa sofferenza. L’ omosessualità può causare sofferenza solo a causa delle discriminazioni altrui.
    Quando si fa una diagnosi si valuta il quadro complessivo della persona: una persona sana che non ha ne una nevrosi ne una psicosi ne nessun altro disturbo, lavora e ha una relazione (omosessuale) soddisfacente, è integrata ed è inserita nella società non può assolutamente essere malata.
    Se uno psicologo dicesse cosi sarebbe di parte.
    L’ omosessualità comporta una scelta d’ oggetto matura, definitiva, lontana dalle parafilie come per esempio la pedofilia o il masochismo.
    E inoltre anche gli animali possono essere omosessuali.
    Ci sono leoni omosessuali, che si accoppiano tra maschi.
    L’ omosessualità è una cosa perfettamente naturale.

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