L’omosessualità nei testi scolastici

Ricordate le versioni di latino censurate con tre asterischi dai testi scolastici proprio dove si parlava di omosessualità? Abbiamo sfogliato una selezione di testi scolastici attuali alla ricerca dell’omosessualità trovando numerose sorprese.

Foto Mosborne01 - Wikicommons

Cercare l’omosessualità nei testi scolastici è come cercare un ago in un pagliaio. La manualistica scolastica è sterminata, infinite sono le materie, innumerevoli le edizioni ed è impossibile vagliare tutti i libri pubblicati. Come raccapezzarsi?
Ho deciso di dedicarmi solo ai testi delle superiori e di controllare se ci fossero o meno cenni all’omosessualità in tre materie: letteratura, storia e religione. Ho ridotto ulteriormente il campo della ricerca scegliendo tra i libri quelli più conosciuti e di cercare riferimenti solo ove sarebbe vergognoso che non ci fossero.

Incominciamo con la letteratura.

Si può nascondere nel 2003 in un’antologia di letteratura italiana che Pasolini, Sandro Penna e Oscar Wilde fossero gay?
Non più e in effetti le antologie più recenti lo dicono a chiare lettere.
Ecco la biografia di Pasolini nel testo Il sistema letterario, guida alla storia letteraria e all’analisi testuale di Guglielmino e Grosser del 2000 edito dalla Principato: “Nel 1947 si iscrisse al partito comunista. Avviatosi alla carriera dell’insegnamento e poi anche espulso da PCI in seguito ad un oscuro episodio di omosessualità che sfociò in un processo per corruzione di minori… [I trenta processi che subì, ndr] diedero a Pasolini la coscienza della propria diversità e ne segnarono il destino (e anche il ruolo pubblico che si ritagliò) di emarginato e ribelle… morì assassinato in circostanze oscure”. L’oscurità poteva essere meglio chiarita ma il libro ‘guadagna punti’ con Penna, di cui antologizza solo poesie a tematica gay, a p. 1091: “Poeta di difficile classificazione ma di limpida scrittura… votato alla rappresentazione della bellezza adolescente e delle emozioni d’amore (qui di natura omosessuale)”. Facciamo la prova del nove per attestare quanto sia friendly questo testo con Wilde a p. 189: “Dopo un matrimonio presto naufragato, una sua relazione omosessuale con un Lord inglese fece scalpore e costò a Wilde un processo e una condanna a due anni di lavori forzati”. Prova superata Guglielmino e Grosser pubblicano addirittura l’amore omosessuale. Stupefacente.

Al livello del manuale precedente il vendutissimo Baldi, Giusto, Razetti, Zaccaria, Dal testo alla storia dalla storia al testo (Paravia, 1991). Nel terzo volume Pasolini è considerato un “protagonista della vita culturale italiana, alla ribalta sia per la sua ‘diversità’ di omosessuale, non celata ma esibita quasi con una voluttà di martirio. Lo scrittore “morì – continua il testo – assassinato da un giovane delle borgate… [e la vicenda, ndr] anche dopo la conclusione dell’iter giudiziario, conserva lati oscuri”. La poesia di Penna a p. 452 “resta sostanzialmente una poesia d’amore, rivolto alla vita e alle imagini omosessuali del suo desiderio (non senza una vena di sottile inquietudine […]” e Wilde non ebbe successo in vita “a causa della dura condanna (due anni di lavori forzati) subita nel 1895 per omosessualità a causa della relazione con il giovane Lord Alfred Douglas”.

Non affibbiamo pieni voti all’ambivalente Segre e Martignoni Guida alla letteratura italiana della Mondadori pubblicato nel 1996. L’omosessualità di Pasolini, a p. 1354 del terzo volume, emerge di sfuggita e dipenderebbe dalla “madre… alla quale il figlio sarà sempre legato da un legame fortissimo, in cui egli stesso riconoscerà la radice della propria ‘diversità sessuale’”. Lo scrittore sarà “protagonista e vittima” di uno scandalo pubblico e verrà ucciso “in circostanze non del tutto chiarite da uno dei ragazzi di vita che era solito frequentare”. Almeno questo punto non è oscuro ma questa guida ci riserva una sorpresa nella descrizione della poesia di Penna: “Il tema dominante e quasi esclusivo della poesia di Penna è l’amore omosessuale, un tema eccentrico e controcorrente, che viene trattato con un linguaggio limpido, musicale, levigatissimo”. Un’editoria scolastica al passo con i tempi?

Abbiamo cantato vittoria troppo presto. Pazzaglia, chi non ha sudato sette camice chino sul suo Il novecento testi e critica con lineamenti di storia letteraria scagli la prima pietra, non sembra avere il termine omosessualità nel vocabolario. Nessun cenno in Pasolini sepolto, a p. 912 della terza edizione del volume edita nel 2000, da virtuosismi di critica letteraria. Wilde e Penna non esistono ma ho scovato una chicca su Verlaine a p. 26. “Fu un poeta ‘maledetto’ (sua è la definizione) con le squallide vicende dell’alcolismo, dell’equivoco rapporto con Rimbaud, i viaggi senza mete…”. Bocciato!.

Decisamente moralista anche Guglielmino con un testo datato, del 1972, ma ancora adottato dai licei classici e dalle università intitolato Guida al novecento della Principato. Wilde, a p. 32, è considerato motivo di attacco “grave” alla mentalità vittoriana a cui opponeva con la sua “autentica vocazione allo scandalo… i suoi atteggiamenti paradossalmente eccentrici e il disordine di una vita che conosce un processo per omosessualità, la prigione e la miseria”. Disordine a chi? Dell’omosessualità di Pasolini non c’è neppure l’ombra ma lo scrittore fu ucciso in una “tragica – a pagina 369 – e per molti versi oscura vicenda”. Passiamo ora alla storia.

Si può celare che gli omosessuali siano stati internati nei campi di concentramento? Non lo nascondono Manzoni ed Occhipinti in I territori della storia (Einaudi 1998) a p. 628 del terzo volume “Accanto agli ebrei furono internati gli zingari, gli omosessuali, gli antifascisti…”. Inseriscono gli omosessuali tra le vittime del nazismo anche Della Peruta , Chittolini, Capra in La Storia (III vol, Le Monnier, 1997, p.64), Ortoleva Revelli in Il novecento e il mondo attuale (Mondatori 2000, p. 282) e De Vecchi, Giovannetti e Zanette in Moduli di Storia (Bruno Mondatori è a p.76).

Non ne fanno menzione tre testi molto adottati il Migliorini, Le domande della storia Il Novecento, (Bompiani 2002); il De Rosa, Il Novecento (Minerva Italica, 2002) e Giardina Sabatucci Vidotto Storia dal 1900 ad oggi edito da Laterza nel 2001. Per lo studente non è poi così importante sapere che anche gli omosessuali sono stati falcidiati nei campi di concentramento.

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Concludiamo con la religione. Su questo il discorso diventa più complesso infatti in una materia così variegata dove sarebbe d’obbligo parlare di gay?

Non spetta a me rispondere ma è incontestabile che tutti i testi di religione per il triennio delle scuole superiori si arroghino il diritto di discutere anche ampiamente di affettività, sessualità e famiglia. Dato che l’omosessualità è una sfumatura della affettività e della sessualità tutti questi libri dovrebbero dedicarle una sezione. Non è proprio così.
Tutti i libri di religione in Italia sono testi che ripropongono l’ideologia cristiana cattolica. Proviamo a leggere qualcosa insieme immaginandoci di essere nei panni di un giovanissimo gay.

Il capitolo Tra strumentalizzazione e alleanza nei rapporti affettivi da p. 47 del testo Alternativa corso di religione cattolica per la scuola superiore biennio del 1996 fa al caso nostro.
“La Chiesa ha oggi molto a dire a favore della liberazione della sessualità umana” come ad esempio “il rapporto matrimoniale stabilito da Dio riposa non sulla sabbia mobile del desiderio o delle conveninienze, ma sul pilastro dell’unità e dell’indivisibilità” e “Il celibato e la verginità diventano segni che il regno è il valore supremo e rispetto a esso va ordinato ogni altro valore”. Ancora in La domanda dell’uomo della Marietti si stabilisce, da p. 242, “il valore della complementarietà dei due sessi… il problema è capire il senso profondo della differente identità maschile e femminile. Essere maschio o femmina è questione di natura. E tale differenziazione implica il reciproco completamento tra uomo e donna”, “il matrimonio è una realtà naturale” , “gli atti coniugali hanno un valore unitivo che giustifica anche il loro valore procreativo” e così via.

Nello steso testo c’è una polemica sulle convivenze che nascerebbero in “situazioni di incoerenza, infedeltà, ipocrisia… sintomo di individualismo che rinnega il valore sociale della vita d coppia”. Ebbene che interesse ha, in questo contesto, la predica che state leggendo?

Ha senso perché il tono di tutti i testi scolastici che ho sfogliato è questo e perché la condanna all’omosessualità pur non essendo evidente trasuda ad ogni passo dei capitoli sulla sessualità. Il testo più sincero è Zorzi Ferrero Benazzi Io sono la luce della vita che tra le testimonianze a p. 117 cita un documento della Sacra Congregazione per l’educazione cattolica dell’11 aprile 1974.

“Perché si possa parlare di persona matura, l’istinto sessuale deve superare due forme tipiche di immaturità: il narcisismo e l’omosessualità e raggiungere l’eterosessualità”. Questo è scritto su un testo scolastico.

Il tutto è ribadito in Etica per giovani (LDC, 1999) del salesiano Carlo Fiore, un testo per educatori ma adottato anche da alcune scuole che al capitolo omosessualità dice anche: “L’obiezione di fondo contro l’omosessualità è questa: è un amore non autentico, che non rispetta le leggi interne dei linguaggio della sessualità, che non rispetta cioè la sua realtà profonda. L’autentico amore, nel quadro dei sesso, comporta la presenza dell’uomo e della donna, del maschio e della femmina”. Tutti i libri di terrorismo cattolico… volevo dire religione, andrebbero denunciati per discriminazione.

È possibile che nella ricerca dell’omosessualità sui testi scolastici qualcosa mi sia sfuggito ed evidentemente questa inchiesta non esaurisce l’argomento. Ad esempio sarebbe interessante sapere anche se Penna è nei programmi ministeriali ma non è questa la sede per discuterne.

Basti che al di là dei dibattiti sull’opportunità o meno di parlare di omosessualità nelle scuole qualche timido progresso, grazie anche alla serietà di alcuni manuali, è stato fatto. Non chiederemo la censura dei testi scolastici. Chiediamo soltanto che siano scritti da validi professionista e non da bacchettoni mossi da moralismi ormai antiquati. E della religione che farne? Lo decida il lettore.

Ringrazio il Libraccio di Brescia per il materiale offertomi in visione e i preziosi e puntuali consigli. (pubblicato in “Pride”, settembre 2003, con il titolo Omosessuali da manuale pp. 71-72)

Stefano Bolognini ⋅

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