Pride Mosca 2007?

Botte, insulti, arresti, il Pride di Mosca, del maggio scorso, è stato prima vietato dal sindaco e poi represso dalla polizia tra le violenze di ultranazionalisti ed ultraortodossi. Vladimir Luxuria era lì.

Pride Mosca 2008 Foto Nikolai Alekseev Wikicommons

La Russia è la bestia nera della militanza gay italiana. Nel 1977 Angelo Pezzana manifestò a Mosca contro l’incarcerazione del regista gay Parajanov: espulso. Nel 1980 fu la volta di Enzo Francone: espulso per le proteste contro la discriminazione degli omosessuali russi. Sono trascorsi quasi trent’anni, il codice penale russo non punisce più i gay, e Vladmir Luxuria, nel maggio scorso, ha partecipato al gay pride di Mosca. Risultato? Aggredita.

La deputato, in partenza per il Pride di Istanbul del 1 luglio, ci racconta come sono andate le cose.

Perché eri a Mosca?

Il gay pride 2007 non era stato autorizzato dal sindaco Yuri Luzhjov. La Russia ha firmato la Convenzione europea per i diritti dell’uomo, tradendola, nei fatti, con quel divieto privo di senso. Su invito dei promotori dell’iniziativa, ed insieme a radicali e a parlamentari europei e di altri gruppi, volevamo consegnare al sindaco una lettera per chiedergli di fare un passo indietro.

In effetti il divieto del sindaco appare pretestuoso: ha dichiarato di voler fermare quello che considera un “rito satanico”…

…Ha una moglie ultraortodossa che, dicono, lo influenza molto, comunque in Russia quando una manifestazione è scomoda ci si appella al codice della strada e alla possibilità che ostruisca il traffico. Mosca è molto caotica, ma alla domenica mattina non c’era traffico.

Come si è svolta la manifestazione?

Sono arrivata nella piazza antistante il Municipio ed era completamente transennata, tanto che non si poteva raggiungerlo.

La polizia ci ha intimato di non scendere dal marciapiede.

Sembrava tutto tranquillo, eravamo un centinaio, anche se c’era un dispiegamento di polizia da far paura e c’erano gli “omon”, gli agenti antisomossa: specie di armadi a quattro ante con mimetica.

Pensavamo che fossero lì per difenderci da ultranazionalisti (leggi skinheads) e ultraortodossi che, come avevo letto sul “Moscow Times”, avevano annunciato un benvenuto a suon di pietre, uova e… armi… Tuttavia, non appena Nikolai Aleksev ha messo un piede sulla strada (era l’unico modo per arrivare al Municipio) è successo il finimondo.

Finimondo? L’ineffabile ultracattolico Luca Volonté, capogruppo UDC alla Camera, ha dichiarato che hai subìto “un semplice lancio di uova” e banali “strattonate”…

I video li hanno visti tutti, Volonté è omofobo e si commenta da solo. Nikolai è stato preso dai poliziotti e strattonato violentemente. Volevo intervenire, mi sono avvicinata e qualificata come deputato. Penso che non mi abbiano capito, ma sono stata sbattuta contro i cancelli del Municipio.

Ho estratto una bandiera bianca con il simbolo del pride e hanno incominciato a piovere pietre, che fortunatamente non mi hanno preso. E poi calci, sputi e uova. Quando un ultranazionalista ha estratto un coltello mi sono allontanata. I contro-manifestanti sbucavano da dietro i giornalisti e i cameraman per colpirci. A chi parlava con la stampa arrivavano cazzotti violenti. Volevano impedirci di parlare ma, almeno quest’anno, i media russi hanno raccontato ciò che è accaduto.

Chi sono ultranazionalisti e ultraortodossi?

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Sono persone che lottano per “la tradizione russa”, per l’impero sovietico e altre baggianate. Per loro l’Occidente è una minaccia, perché simbolo di declino. Considerano il pride un simbolo di decadimento e vizio e… sono molti.

Tra gli ultraortodossi c’erano numerose vecchiette. Sembravano babushka innocue… ma erano tremende: spingevano, insultavano, urlavano e lanciavano uova…

Fortunatamente ti sei allontanata, poteva andare molto peggio.

Sì è passato un Suv e ha aperto la portiera. Erano le T.a.t.u., che avevo conosciuto la sera prima ad una conferenza.

Solo dopo ho saputo degli arresti e dei processi per direttissima agli attivisti gay, come se fossero criminali.

Devo ringraziare Ivan Scalfarotto, che dopo l’aggressione, mi ha viziato. Ero in down psicologico, sono ritornata a quando avevo sedici anni e mi chiedevo perché tanta violenza inutile e assurda.

Come vivono gli omosessuali russi? E cosa chiedono?

Intolleranza e omofobia la fanno da padrone, tanto che è necessario stare attenti a come ci si comporta per strada.

I locali sembrano sette segrete e sono controllati sovente dalla polizia che chiede i documenti a coloro che escono.

La corruzione è abbastanza diffusa: con qualche soldo ti lasciano in pace.

Gli omosessuali chiedono di dare vita ad un’associazione gay, insegne visibili fuori dai locali, e campagne culturali contro omofobia e discriminazione.

Hai ricevuto solidarietà a tutti i livelli, e di tutti i colori mettendo d’accordo D’Alema e Buttiglione. Qualcuno è mancato all’appello?

Sì, per esempio, non ho ricevuto alcun attestato di solidarietà da Gianfranco Fini… il silenzio in politica non è mai privo di significato.

Governo italiano e Parlamento europeo hanno richiamato le autorità russe. Servirà a qualcosa?

Putin ha liquidato l’episodio come una sciocchezza, ma spero che in sede di accordi economici si chiederà anche il rispetto dei diritti umani. Trattare con chi non rispetta la dignità umana è come prendere accordi con un delinquente o un mafioso.

Concludiamo con la tua attività politica. Sei circondata dalla curiosità dei media, ma relegata quasi esclusivamente al costume…

Io capisco tutto il gossip e il glamour che mi circonda, ma mi aspetto anche una attenzione su fatti concreti, e mi auguro che la mia proposta di legge per la piena cittadinanza delle persone transessuali, che presenterò a breve, abbia molta risonanza. (pubblicato in “Pride”, n. 97, luglio 2007).

Stefano Bolognini ⋅

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