Baci gay e censura nel cinema

Gay e censura cinematografica. Siamo inchiodati agli anni Sessanta.
Pasquale La Cava, magistrato di Cassazione e presidente di una delle otto sezioni della Commissione censura cinematografica ripropone la questione con gli stessi toni bigotti di allora.
Intervistato da “Donna Moderna” del 15 dicembre scorso afferma: “Questo film (Mirka di Rachid Benhadj, che presenta una scena di violenza carnale n.d.r.) è adatto a tutti… In questo caso, la violenza carnale viene raccontata in modo allusivo, con delicatezza. Nessuna scena è sesso esplicito. Altrimenti saremmo stati implacabili, come quando si vedono baci tra gay. Un ragazzo non ha la maturità per digerire una simile immagine. Perché è questo il criterio che adottiamo nel valutare: può un quindicenne vedere senza turbamenti ciò che abbiamo visto noi? In questo caso può”.
Il fatto che il signor La Cava sia turbato da un bacio gay sancisce scientificamente che lo stesso bacio può turbare un quindicenne.
L’arretratezza culturale di istituzioni ormai prive di senso riconferma quanto si debba ancora lottare in materia di libertà sessuali.
Rousseau, padre dell’educazione, scrive nell’Emilio “Non ci sono più oggetti spaventosi per chi ne vede ogni giorno”. Sicuramente vedere gli omosessuali più spesso porterebbe a un minor numero di fantomatici turbamenti.
Controcorrente il consiglio della psicologa Maria Carmela Barbiero censore: “Più che limitare la visione di certi film, bisognerebbe incoraggiare i genitori a guardarli insieme ai figli, così gli adulti potrebbero spiegare ai più piccoli il messaggio autentic.”. In accordo con le sue parole, mi chiedo quanto a volte i giovani figli siano più pronti dei genitori alla visione di certi film. (pubblicato in “Babilonia”, febbraio 2000, con il titolo “Gli implacabili”)

Gay e censura cinematografica. Siamo inchiodati agli anni Sessanta.

Pasquale La Cava, magistrato di Cassazione e presidente di una delle otto sezioni della Commissione censura cinematografica ripropone la questione con gli stessi toni bigotti di allora.

Intervistato da “Donna Moderna” del 15 dicembre scorso afferma: “Questo film (Mirka di Rachid Benhadj, che presenta una scena di violenza carnale n.d.r.) è adatto a tutti… In questo caso, la violenza carnale viene raccontata in modo allusivo, con delicatezza. Nessuna scena è sesso esplicito. Altrimenti saremmo stati implacabili, come quando si vedono baci tra gay. Un ragazzo non ha la maturità per digerire una simile immagine. Perché è questo il criterio che adottiamo nel valutare: può un quindicenne vedere senza turbamenti ciò che abbiamo visto noi? In questo caso può”.

Il fatto che il signor La Cava sia turbato da un bacio gay sancisce scientificamente che lo stesso bacio può turbare un quindicenne.

L’arretratezza culturale di istituzioni ormai prive di senso riconferma quanto si debba ancora lottare in materia di libertà sessuali.

Rousseau, padre dell’educazione, scrive nell’Emilio “Non ci sono più oggetti spaventosi per chi ne vede ogni giorno”. Sicuramente vedere gli omosessuali più spesso porterebbe a un minor numero di fantomatici turbamenti.

Controcorrente il consiglio della psicologa Maria Carmela Barbiero censore: “Più che limitare la visione di certi film, bisognerebbe incoraggiare i genitori a guardarli insieme ai figli, così gli adulti potrebbero spiegare ai più piccoli il messaggio autentic.”. In accordo con le sue parole, mi chiedo quanto a volte i giovani figli siano più pronti dei genitori alla visione di certi film.

Stefano Bolognini ⋅

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