Un testo di religione omofobo

A scuola l’omosessualità continua ad essere considerata come innaturale e patologica. Alcune perle da un testo di religione.

La copertina del testo omofobo "Etica per giovani" di Carlo Fiore

Un testo scolastico che parla di omosessualità? Potrebbe apparire un traguardo, e invece è  un tuffo nel bigottismo più bieco.

Giudichi il lettore: «L’obiezione di fondo contro l’omosessualità è questa: è un amore che non rispetta le leggi interne del linguaggio della sessualità che non rispetta cioè la sua realtà profonda. Lautentico amore, nel quadro del sesso, comporta la presenza dell’uomo e della donna, del maschio e della femmina. La sessualità vera è sempre eterosessualità che pone in dialogo amoroso due esseri di segno sessuale diverso nella loro reciproca compleinentarità». Ecco la visione del omosessualità del salesiano Carlo Fiore nel suo testo Etica per giovani, edito da LDC.
Il capitolo prosegue descrivendo i “problemi psicologici” che connotano la personalità e e l’orientamento omosessuale. Nel rapporto gay, secondo Fiore, “ciascuno dei partner finisce per restare chiuso in se stesso e vive il contatto con il corpo dell’altro solo come occasione di godimento individualistico. C’è l’illusione di una intimità ma è intimità fittizia, ricercata ossessivamente ma sempre mancata. L’altro non è veramente ‘l’altro': è il simile a sé lo specchio di sé, che conferma nella solitudine proprio quanto si cerca nell’incontro. Si tratta di narcisismo patologico”.
Ovviarncnte secondo l’autore è inconfutabile che l’omosessualità sia “contro natura“: “Ogni atto umano, anche il comportamento omosessuale, deve essere valutato in se steso, sulla base di elementi oggettivi, fondati sulla natura stessa della sessualità, in quel contesto più ampio che e’ la natura umana”.
Le rivendicazioni politiche omosessuali non devono essere prese in considerazione: “volere promuovere e riconoscere unioni stabili giuridicamente istituzionalizzate, come chiedono a gran voce gli omosessuali, è largamente fuori dalla realtà” perché “uno Stato che cedesse a queste sollecitazioni finirebbe con il privarsi di un tessuto sociale sano, aperto generosamente alla vita e alla educazione adeguata delle nuove generazioni, che rende possibile una convivenza armoniosa”.

Per finire, a conferma delle tesi esposte, appare un breve saggio di criminologia spicciola: “L’amore omosesessuale è difficilmente fedele. E di qui l’insorgere di drammi e, a volte, di crimini tra ornosessuali che si sentono traditi e vedono insidiato il loro rapporto. Il delitto Versace si è verificato probabilmente in questo ambiente come, a suo tempo, l’uccisione di Pasolini”.

Sorvolando sul pressappochismo, l’ignoranza, la vetustà dello scritto (che sono evidenti), non è tollerabile che un testo adottato dalle scuole superiori sia anche umanamente offensivo: “Gay Pride…un’onda umana incontembile e dissacrante. Una collezione di umanità colorata e felice, disperata e assurda, una folla di mutanti maschi e femmine negli abbigliamenti più stravaganti. Spose maschio in un mare di tulle e pizzi bianchi con i baffi tirati alla brillantina. Lesbiche nere enormi…coppie sbucate da un onirico film di Fellini…turisti omosessuali italiani ai bordi dcl corteo a fare “ciao ciao” con la manina”. E pensare che sarebbe bastato solo un po’ di buonsenso per parlare spassionatamente del tema…!

Questo libro mostra una volta di più che l’omosessualità non è un problema dell’omosessuale, ma di coloro che lo circondano, che ne hanno una visione distorta e pregiudiziale, formatasi anche grazie a testi ricchi di accaminento iroso come quello in questione. Come si puo spacciare per oggettiva l’affermazione secondo cui “nel rapporto omosessuale non può esistere l’amore, la complementarità e il dono di sé”? E ci si dovrebbe chiedere piuttosto se queste caratteristiche siano tipiche dell’amore etero…!

Con terrore immaginiamo gli effetti della lettura di tale testo nelle scuole, specie ricordando che il suicidio giovanile ha tra i gay un’incidenza elevata. Un testo come questo non può certo essere censurato, perché la libertà di parola è un diritto riconosciuto. Pero le offese dirette e i contenuti ingiuriosi potrebbero essere oggetto di denuncia.  L’Arcigay, contattato in tal senso, ha ritenuto opportuno non procedere perché tale denuncia avrebbe ininato la possibilità di ottenere una maggioranza per la legge contro le discriminazioni, che è tuttora ferma in Parlamento.
Per il futuro è auspicabile che gli omosessuali intervengano anche nella redazione di testi scolastici per evitare che si ripetano casi come questo. A ragione Herbert Spears nel testo Psychiatric neytrality del 1973 già affermava che «I soli esperti di omosessualità sono gli omosessuali». E noi aggiungiamo: nemmeno tutti… (pubblicato in “Babilonia”, febbraio 2000, con il titolo “L’albero del male”).

Stefano Bolognini ⋅

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