Anna Maria Bernardini De Pace, avvocata nostra

La battaglia per il matrimonio gay assolda una militante etero: l’avvocata Anna Maria Bernardini De Pace, una tra le matrimonialiste più celebri in Italia. L’abbiamo intervistata.

L'avvocata matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace

L'avvocata matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace

Sì al matrimonio gay”. Un sì netto, di quelli che non ti aspetti. Con Diritti diversi. La legge negata ai gay, edito da Bompiani, Anna Maria Bernardini De Pace l’avvocata matrimonialista più famosa (e potente) d’Italia, 10mila cause di separazione e divorzio molte vip come quella tra Simona Ventura e Stefano Bettarini, si è messa a fianco della militanza gay e si dice pronta a dare battaglia.

Oggi dichiara “Non mi sconvolgerei a scoprirmi innamorata di una donna”, “la canzone di Povia è discriminatoria e omofoba. Inoltre, a mio parere, e’ anche antistorica e priva di credibilità scientifica”, “il matrimonio gay è già nella Costituzione” facendo, prevedibilmente, molto rumore, Solo qualche tempo fa però, era contraria al matrimonio gay. Ecco le ragioni della “conversione”.

Sì al matrimonio gay?

Sì. Nella costituzione non c’è una sola parola che dica che per sposarsi si deve essere un uomo e una donna e la carta non contiene alcuna proibizione in questo senso. Dove è scritto che famiglia è solo uomo e donna? Solo l’interpretazione che ne fanno molti oggi  è basta sulla convinzione che il Diritto canonico prevalga su quello civile. Sulla Costituzione c’è una ipoteca confessionale.

La Costituzione dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Perché i gay no? Perché l’amore gay non è garantito e tutelato dallo Stato visto che è parte integrante del funzionamento sociale dello stesso?

Perché il suo “sì” arriva solo ora?  Nel maggio 2007 un articolo di “Avvenire” riportava una sua dichiarazione decisamente più timida: “Abbiamo già a disposizione una serie di strumenti del diritto privato che possono tutelare i conviventi. Al limite si può suggerire uno schema-tipo di accordo fra i partner e introdurre qualche lieve modifica nel codice civile in tema di eredità”.

Ho studiato a fondo la Costituzione. Le persone intelligenti di fronte ad un problema studiano e approfondiscono. Ho letto molto e ho capito. Sono anche  40 anni che ascolto gay che mi raccontano di vivere nelle menzogna. E’ un dolore devastante. Vorrei che le prossime generazioni di omosessuali fossero felici dall’inizio.

Pensi che ero persino contrarissima ai gay pride. Ho cambiato idea. Finché i gay non avranno gli stessi diritti degli eterosessuali gli atteggiamenti eccessivi vanno bene. Se tutti sono sordi bisogna fare casino, è più importane il principio che si vuole raggiungere piuttosto che l’atteggiamento e l’abbigliamento. Io spero che, come me, anche molti altri cambino idea.

E’ un gran cambiamento di rotta. E se dicessi adozione gay?

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Sull’adozione sto evolvendomi. L’unica cosa che posso dire con certezza è: chi ha detto che tutte le coppie etero siano composte da bravi genitori o che i genitori etero siano migliori di quelli gay?

Quali soluzioni prevede per garantire diritti alle coppie gay?

Non c’è bisogno di altre leggi. I pacs sono discriminanti. Si vogliono fare i pacs agli etero per aprire la porta di servizio ai gay. C’è già un portone aperto nella Costituzione. Ma ora bisogna lottare, sono battagliera io, e portare le coppie in Spagna a sposarsi per poi portarle nei tribunali italiani. E poi facciamo una serie di impugnazioni.

E’ esattamente quello che sta facendo la Rete Lenford, una associazione di avvocati gay.

Ci incontreremo presto, bisogna fare la rivoluzione esattamente come hanno fatto le donne. Le strade sono molte, bisogna insistere anche con il Ministero delle pari opportunità e fare un passaparola continuo per convincere gli eterosessuali. Basta poi con il dividere la militanza in fazioni e fazioncine. Unite le forze in modo serio. Se cominciate a fare piccoli orticelli non si arriva da nessuna parte.

Intanto cosa possono fare le coppie gay?

Ho scritto il libro proprio come guida per le famiglie gay e ho raccolto quel poco che possono fare per garantirsi diritti a vicenda. Ci sono contratti, mandati…

Come spinge una avvocata celebre non gay a battersi fianco a fianco degli omosessuali?

C’è una cosa che mi rende attenta e generosa vero i gay. Hanno combattuto per aborto e divorzio, due battaglie di diritto che non li interessavano così da vicino. Perché noi non dovremmo fare una battaglia per loro? (Pubblicato in “Pride”, n. 119, maggio 2009, p. 8)

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