Copenhagen, Outgames al via

Ottomila atleti gay si sfideranno a Copenhagen per gli Outgames, le olimpiadi gay, tra il 25 giugno e il 2 agosto. In partenza per la Danimarca anche molti sportivi italiani.

Un nuotatore al gay pride di Copenhagen del 2008. Foto Stefano Bolognini wikicommons

Conto alla rovescia per gli Outgames, i giochi sportivi glbt, dal 25 giugno a Copenhagen.

L’evento, per la prima volta in Europa,  vedrà 8000 atleti di tutto il mondo (compresa una piccola rappresentanza dei paesi islamici) sfidarsi in 38 discipline, dalle più classiche come tennis, nuoto o pallavolo a quelle che ad un’olimpiade proprio non ti aspetti come aerobica, wrestling o bridge in un mix di competizione, visibilità e effervescenza gay.

La città della sirenetta è pronta per accogliere sportivi e appassionati, tutte le gare prevedono infatti sia la categoria dei professionisti che quella degli amatori, e ha mobilitato ben 2 mila volontari che, lamentano gli organizzatori sorridendo, vorrebbero assistere, solo le squadre di rugbysti, magari negli spogliatoi. Ed è proprio questo lo spirito degli Outgames: divertimento a go-go insieme all’impegno sportivo.

Per l’evento stanno scaldando i muscoli almeno 150 atleti italiani, molti meno che ai Gay Games di Barcellona dell’anno scorso, complice la crisi e i costi elevati della capitale danese anche se la SAS ha previsto tariffe aeree ridotte e sarà possibile trovare ospitalità presso case private anche se la vostra disciplina non è il rugy.

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Francesco, capitano dei King kickers, una squadra gay di calcio milanese, sarà a Copenhagen ed è in forma: “Ci stiamo allenando duramente per gli Outgames. La squadra è pronta, ma mi sa che per divertirci avremo solo la cerimonia di apertura e di chiusura, poi saremo molto concentrati. Vogliamo giocare tutta la settimana”. L’allenatore, Paolo Colombo, giornalista sportivo di La7, rilascia un commento secco: “Andiamo a Copenhagen per fare risultato, faremo una bella figura”. Anche sulla terra rossa si suda in previsione dei giochi gay.

“Saremo in dieci e ci stiamo allenando tre volte a settimana con un maestro della Federazione italiana tennis. Andremo sopratutto perché i tornei internazionali sono ottime occasione per conoscere i gruppi all’estero” spiega  Fabrizio Mariucci dei tennisti gay dello Yellow di Roma. Valeria Gangemi, altra tennista Yellow, aggiunge “Essere poi in Danimarca, paese che tutela gli omosessuali sarà un bagno di normalità. Altro che l’Italia dove siamo cittadini di serie b. Per noi atleti sarà un importante stimolo per continuare con l’esperienza di visibilità che stiamo facendo”. Anche in acqua, bracciata dopo bracciata, si “respira” lo stesso clima di attesa.

“Copenaghen, con i matrimoni gay, sarà come prendere una boccata d’aria fresca. Qui in Italia è dura. I nuotatori cercheranno di ottenere buone prestazioni e anche qualche medaglia, ma non sarà facile, gli atleti del nord-america sono fortissimi”, dichiara Giulio Anzuinelli del gruppo pesce di Roma.

Dà la carica agli atleti gay Fabrizio Marrazzo, ambasciatore di Arcigay per lo sport “Andremo in circa settanta atleti del Gsi (Gay sport italia, coordinamento che raccoglie numerose squadre e gruppi sportivi italiani) per portare a casa risultati e per far parlare di visibilità gay. La visibilità gay nello sport è un nodo irrisolto, sia all’interno della comunità  gay che investe poco sia come sponsor che come interesse generale”.

Outgames oltre che sport sarà cultura e diritti con una conferenza mondiale sui diritti gay e workshop sui problemi specifici della comunità glbt nel mondo. Jimmy Ciliberto e Federico Ferrari, psicologi e ricercatori, presenteranno una nuova ricerca tutta italiana: “Parteciperemo – è Ciliberto a parlare – ad un workshop su famiglia e relazioni insieme a due studiosi, uno statunitense e un pachistano. Porteremo i risultati di uno studio sulle rappresentazioni di famiglia di psicologi e psichiatri. Stiamo cercando di elaborare le prese di posizione di questa categoria professionale sull’omosessualità”.

Cultura, sport e militanza… ma per la notte? Copenhagen offrirà il Festival queer del tango, il  Festival dei cori gay, l’Out City Project con cinque città (Melburne, Città del Messico, Tel Aviv, Aarhus, Rio de  Janeiro) che da diversi palchi animeranno la nottte con i loro dj’s. Ancora, in perfetto stile olimpionico, si terrà l’Out in Lather, manifestazione che darà medaglie d’oro, argento e bronzo ai primi tre classificati di Mister Leather e Mister Slave. Insomma, di giorno o di notte, come vuole la massima di De Coubertin, l’importante, sarà partecipare. (pubblicato in “Pride”, n. 119, maggio 2009, p. 6 con il titolo “I giochi sono fatti”)

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