Atti osceni in luogo privato

Un sex club milanese privato affiliato ad Arcigay è stato chiuso su ordinanza della Questura per atti osceni in luogo pubblico. Cerchiamo di fare chiarezza con Roberto Dartenuc, responsabile dei circoli affiliati all’associazione.

Il 9 luglio scorso il cruising Illumined, affiliato ad Arcigay, è stato chiuso dalla Questura di Milano. Tra i reati contestati ai gestori del sex club quello di atti osceni in luogo pubblico, e la cosa, alla lettura dell’ordinanza, farebbe pure sorridere, considerato che l’Illumined è un sex club, ma , al contrario, sembra mettere in discussione tutto il circuito di locali affiliati ad Arcigay e relativo tesseramento. Proviamo a fare chiarezza con Roberto Dartenuc, direttore del circuito ricreativo dell’associazione.

Cosa è successo all’Illumined?

E’ accaduto quello che ho già visto una ventina di anni fa a Bologna: un circolo è stato costretto a chiudere dopo una lunga ed estenuante battaglia giudiziaria di un condomino incattivito dalla presunta perdita di valore del proprio immobile a causa della presenza di “froci” nell’interrato del condominio. Stessa storia, con ovviamente specificità diverse, si sta ripetendo oggi.

Tra i reati contestati ai gestori c’è quello di “atti osceni in luogo pubblico”.  Ci risulta però che il club sia privato e che controlli meticolosamente tutti i tesserati che accedono (tessera  e documento di identità sono i requisiti di ammissione). Com’è possibile?

E’ una questione lunga ed annosa che non ha trovato a tutt’oggi soluzione. La legislazione che regola le attività delle associazioni è carente e lacunosa, più che altro si tratta di legislazione che si è venuta via via “creando” a colpi di sentenze.

Se da una parte esiste una minoranza di presunti circoli che agiscono in spregio di qualunque normativa e che vanno giustamente perseguiti, dall’altra invece esiste un tessuto di circoli e associazioni, la stragrande maggioranza  (solo Arci conta oltre 8000 circoli in tutta italia, Arcigay un centinaio tra comitati provinciali e circoli ricreativi),  che non ha eguali in Europa e che rappresenta una ricchezza per il Paese.

Nello specifico il circolo Illumined è uno dei circoli in assoluto più rispettosi delle normative interne di tesseramento (e della normativa in genere) e quindi ogni speculazione di illegalità in tal senso sono destinate a cadere se ancora esiste una giustizia degna di questo nome nel nostro Paese

Sembra però che la questura abbia messo in discussione tutta la validità del circuito Arcigay per cui con una tessera è possibile accedere ad almeno sessanta club privati in tutta Italia. I club affilliati ad Arcigay sono privati o pubblici?

Devo dire che questa contestazione ha incominciato a serpeggiare nell’ultimo anno nei nostri circoli in qualche sporadica occasione durante normali controlli di polizia amministrativa per bocca degli agenti intervenuti, ma mai, fino ad ora, aveva prodotto provvedimenti di alcun genere.

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Quest’ultima contestazione ha dell’incredibile in quanto, in questo caso, la normativa è chiara dal lontano 1979 e ribadita nel 1997 con un decreto che ha modificato il TUIR (il testo unico delle imposte sui redditi) e sancisce la leggitimità della circolazione dei soci nell’ambito di strutture diverse appartenenti alla medesima associazione nazionale; di conseguenza non posso far altro che ribadire che i nostri circoli vanno intesi come luoghi privati e non pubblici.

Com’è possibile che un magistrato decida di mettere tutto in discussione?

E’ semplice, e questa è una mia opinione personale che non coinvolge l’associazione di cui faccio parte, il problema si chiama responsabilità civile dei magistrati: se un medico sbaglia e il paziente non ha il beneficio previsto paga. Ventidue anni fa, in questo Paese passò un referendum per stabilire la responsabilità civile dei magistrati, ma l’allora classe politica pensò bene di vanificarne il risultato modificando la legge e ristabilendo, di fatto,  l’impunità dei magistrati per qualunque loro atto.

Se chiudesse Illumined si creerebbe un precedente e rischierebbero di chiudere tutto i locali del circuito Arcigay?

Il problema è concreto e reale, fortunatamente al momento non abbiamo notizie di provvedimenti in altre parti d’Italia e penso che la vicenda dell’Illumined abbia una specificità tutta sua.

Ciò non toglie comunque che ci stiamo attivando con la nostra associazione madre, l’Arci, per definire una strategia di difesa comune contro questi attacchi che minano alla base il diritto di associazione, diritto fondamentale tutelato dalla nostra Costituzione.

Alcuni criticano Arcigay sostenendo che i circoli ricreativi sono, a tutti gli effetti, attività commerciali. Arcigay come ha cercato di sciogliere questo nodo?

Questo è un nodo che non riguarda solo Arcigay ma tutto il mondo dell’associazionismo.  Arcigay sta lavorando in proprio da diversi mesi per capire come gestire nella maniera più corretta e trasparente i propri circoli, ribadendo però che nessuno, per quanto riguarda lo specifico di Arcigay, può mettere in dubbio la reale natura della mission della nostra Associazione. Anche su questo proprio in questi giorni abbiamo raggiunto un’intesa di massima con Arci per formulare delle proposte volte a trovare una soluzione.

I club privati sono davvero l’unico modo per garantire che due adulti consenzienti, in Italia, possano ritrovarsi in un locale e fare esattamente quello che credono?

Fermo restando che nei circoli Arcigay le persone non fanno “esattamente quello che credono”  ma devono partecipare alla vita associativa nei limiti stabiliti dai regolamenti e statuti di ogni circolo.

Stando alla legislazione attualmente in vigore i rapporti sessuali possono consumarsi solo all’interno di strutture private, diversamente si tratta di atti osceni in luogo pubblico condannabili penalmente.

Deve essere poi sfatata la storia che “le tessere”  si devono fare solo in Italia: per mia esperienza personale diretta posso garantire che sia in Gran Bretagna che negli USA ci sono molti locali dove per poter accedere è necessario ottenere la cosiddetta “membership card” giusto per citare due paesi con una vita gay ben sviluppata e organizzata. (pubblicato in “Pride”, n. 122, agosto 2009, p. 12 con lo pseudonimo Andrea Gabrielli)

1 commento

  1. ASMU

    Ho letto con la docvuta attenzione l’articolo, devo però, putroppo, constatare che non avete centrato la problematica.
    A monte di atto osceno “in luogo privato” è necessario verificare:
    1) esiste tale reato?, se non vi è presenza di minori o non vi è una fomale denuncia in tal senso? o non vi sono persone che sono state forzate ad eccdere?
    2) statutariamente, sono previste in dettaglio le attività sociali, riferite alle attività sessuali?
    3) se vi è copertura per i punti precedenti, il Club ne uscirà senza danni reali.
    4) il Decreto Legislativo 460/1997, è molto chiaro, sul fatto che il socio ARCI, o di qualsiasi altra assiociazione Nazionale, può accedere in tutti i ciroli ARCI d’Italia, vi è però un punto debole, se il soggetto non diventa socio del circolo in cui accede, non deve sottostare alle norme del circolo in cui accede, questo è il punto focale.
    I migliori auguri

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