Settembre 2009, emergenza omofobia

L’odio contro gli omosessuali diventa l’allarme sociale del giorno. Sull’onda dell’indignazione si parla di pene più dure per i reati omofobici. Ma il parlamento rinvia, mentre la comunità glbt si mobilita.

Fiaccolata contro l'omofobia a Milano (foto: Stefano Bolognini)

Settembre nero, l’Italia si è risvegliata in piena “emergenza omofobia”. Tutto è incominciato a Roma, a pochi passi dal Gay village, con l’accoltellamente di un giovane e il pestaggio del compagno perchè, a detta dell’aggressore poi arrestato, si erano scambiati un “provocatorio” gesto affettuoso. Improvvisamente, grazie ai riflettori della stampa puntati e alla reazione decisa di militanza e comunità gay, l’omofobia è diventata di dominio pubblico. E violenze o discriminazioni (più o meno gravi) che normalmente fanno meno rumore sono diventate oggetto persino degli autorevoli lanci dei tg.

Le denunce di omofobia sono diventate tanto insistenti da instaurare, da una parte, un clima di insicurezza e preoccupazione negli omosessuali e, dall’altra, anche un certo fastidio (e ralativa minimizzazione) per l’impressione di molti che le violenze raccontate fossero solo ordinaria amministrazione nel nostro distratto e omofobo Paese. Ma ecco i fatti. A pochi giorni dal tentato omicidio, un incendio doloso ha provocato danni al Qube, locale nel quale si tiene l’affollata serata gay di Muccassassina.

Ancora a Roma, nella notte del’1 settembre, due forti esplosioni (di grossi petardi) nei pressi del bar Coming out, cuore della gay street, hanno scatenato l’allarme generale. E, sempre nella Capitale, pochi giorni dopo è apparsa una scritta a caratteri gotici, proprio nelle vicinanze della gay street: “We have a dream, froci al Colosseo ma con i leoni!”. Quasi una firma del lancio di petardi, la cui  origine si troverebbe nell’estrema destra romana. Ma l'”emergenza” non è scattata solo a Roma.

A Udine, in pieno giorno, uno studente è stato seguìto, rincorso, insultato e poi minacciato ripetutamente da due giovani perché gay. A Torino, su segnalazione dei vicini di casa, i Carabinieri hanno fermato un padre che per giorni aveva riempito di botte il figlio sedicenne appena uscito allo scoperto come gay. A Rimini una coppia faceva sapere di aver subito un pestaggio, insieme ad insulti omofobi, dopo un diverbio per un parcheggio. Ancora, in un piccolo paesino in provincia di Pavia,  un’altra coppia denunciava continui soprusi (lancio di uova contro l’abitazione, insulti e sputi in faccia) mentre a Lecce un’organista che aveva appena incominciato il processo di transizione è stata cacciata dal parroco della cattedrale. A Firenze infine (ma l’elenco potrebbe continuare) un ragazzo gay è stato pestato con estrema violenza al termine di una serata trascorsa in un locale. L’agressore ha tentato di difendersi spiegando di aver perso la testa dopo aver ricevuto delle avances…

C’è poi l’omofobia invisibile, quella che non viene denunciata alle forze dell’ordine, cui “L’Espresso” ha dedicato un’inchiesta che ha raccolto numerose testimonianze di discriminazioni sul lavoro, in famiglia o nella scuola. Il materiale, non nuovo per chi se ne occupa. Secondo un report di Arcigay che si limita ad elencare i fatti denunciati nel 2009, sono stati 8 gli omicidi, 52 le agressioni, 7 le estorsioni a sfondo sessuale, oltra ai vandalismi contro locali e sedi gay, bullismo endemico nelle scuole,  che nessuno, a livello istituzionale, sembra aver l’intenzione di frenare.

Ma proprio l’emergenza proclamata dai media ha costretto tutti a pronunciarsi e, mentre la militanza reagiva con un corale “non ci faremo intimidire”, e gli editorialisti si lambiccavano le penne “sull’odio del diverso”, le dichiarazioni di solidarietà e vicinanza agli omosessuali si sono levate da tutti gli schieramenti politici. Persino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha invitato al rispetto dei gay “nel momento in cui l’intolleranza, la discriminazione, la violenza colpiscono persone e comunità omosessuali”.

Tra le voci più interessanti quelle del Governo con Mara Carfagna, Ministro per le Pari opportunità, che è uscita dai tentennamenti degli ultimi mesi e ha ribadito la necessità di una legge contro l’omofobia (che ha definito “Una vera e propria barbarie”). Il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha chiesto di regire “con più forza, come facciamo con gli scafisti, agli attacchi contro gli omosessuali. Stabiliamo un’aggravante per i delitti a fini omofobici, dai petardi alle coltellate. Se aggredisco qualcuno perchè gay sarà punito più severamente”.

Persino Carlo Giovanardi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, si è espresso favorevolmente alla proposta di legge contro l’omofobia dell’onorevole lesbica Anna Paola Concia, proposta che prevede aggravanti (raddoppiare le pene) per i reati commessi per odio di omosessuali, lesbiche e transessuali.

Your ads will be inserted here by

Easy AdSense.

Please go to the plugin admin page to
Paste your ad code OR
Suppress this ad slot.

Dall’altra parte il Pd, con il segretario Dario Franceschini ha chiesto proprio la discussione in Aula della proposta di legge Concia sulla quale si sono concentrate tutte le attenzioni, ed è arrivato un sorprendente ed inatteso, accordo bipartisan, almeno nelle dichiarazioni di centro-destra e centro-sinista.

Quasi tutti vorrebbero subito una legge contro l’omofobia. Quasi, perchè  Silvio Berlusconi, la Lega e Santa romana chiesa cattolica hanno totalmente taciuto sull’omofobia mentre alcuni cattolici hanno addirittura frenato.

E’ il caso di Rocco Buttiglione, vice presidente della Camera dei Deputati, che ha chiesto “che il ministro degli Interni dia istruzione alle Forze dell’ordine perché si provveda a offrire maggiore protezione e tutela ai luoghi di aggregazione degli omosessuali in Italia in modo da prevenire e stroncare ogni forma di violenza anti-omosessuale”. Gli ha fatto eco Eugenia Roccella, Sottosegretario al welfare e tra i portavoce dell’omofobissimo Family day: “Il problema dell’intolleranza verso gli omosessuali sicuramente esiste, perché esistono sempre forme di violenza verso tutte le diversità e le minoranze. Non credo però si tratti di un’emergenza” mentre di difficile interpretazione è apparsa la passionaria dell’omosessualità del Pd, l’onorevole Paola Binetti, che vorrebbe “una legge il più giusta possibile contro la violenza agli omosessuali” ma che “non assuma carattere ideologico”.

L’estrema urgenza di approvate una legge contro l’omofobia, asserita come abbiamo visto da molti, non si è però tradotta in fatti conseguenti. I capigruppo della Camera, che si riuniscono una volta al mese per stabilire queli progetti di legge saranno discussi e votati in Aula, hanno fatto slittare la discussione della legge in aula a ottobre. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha promesso a parole che “sarà la prima proposta in discussione a ottobre”. Vedremo.

A livello locale, al contrario, alledichiarazioni di solidarietà sono seguiti anche i fatti. A Firenze l’agressore del giovane omosessuale è stato acciuffato in poche ore. A Roma “Svastichella” l’accoltellatore del Gay village è finito in carcere. Il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno ha portato, di persona, proprio al Gay village la solidarietà e il sostegno alla legge contro l’omofobia. Anche in questa occasione ha però tenuto a specificare di essere contrario al riconoscimento legale delle coppie di fatto.

Ancora a Roma, comune e provincia, hanno organizzato una partecipata fiaccolata contro tutte le discriminazioni (ed il fatto che non sia solo contro l’omofobia fa pensare). A Milano tutte le sigle della militanza lombarda si sono presentate all’Ambasciata di Spagna per chiedere asilo politico per un giorno ad un paese più civile. A Roma, i radicali di Certi diritti hanno manifestato per le coppie di fatto e si è tornati a parlare di leggi regionali contro le discriminazioni.

Le iniziative sono molte e si moltiplicano giorno dipo giorno, senza una regia comune. Ognuno propone la sua strategia, come 84 omosessuali che su Facebook hanno aderito al gruppo di discussione “Vorrei le ronde gay“. Il gestore ci spiega che era solo una provocazione, ma qualcuno, anonimamente, sempre sul web la prende molto sul serio “Anche noi gay dobbiamo organizzare le nostre ronde! Alcuni cretini omofobi credono che noi gay siamo tutti pappefrolli: faremo loro capire amaramente quanto si sbagliano. Ci sono quelli di noi effeminati ma ci sono pure quelli come me che se a voi omofobi vi troviamo vi massacriamo”. Il “rondomachismo” gay è comaparso persino in qualche dichiarazione di leader di movimento, velocemente ritrattata.

Ad illuminare il settembre nero dell’omofobia è stata la reazione di migliaia di omosessuali italiani che sono scesi in piazza, in disordine sparso, organizzando decine di fiaccolate cittadine contro l’omofobia e a sotegno di una legge, su e giù per lo Stivale con una vitalità e una rabbia sconosciute fino a ieri. Spesso le manifestazioni nascono su internet, su facebook o via sms e sono autoconvocate. Si manifesta senza bandiere dell’associazionismo o di partito, ma solo con la bandiera gay. Emerge, nemmeno malcelata, l’insofferenza alle logiche di movimento.

Il movimento comunque c’è, è alle spalle delle fiaccolate, sa come muoversi per chiedere i permessi in Questura, e porta militanti in piazza. L’emergenza omofobia serra i ranghi, e, proprio il movimento gay italiano, lancia per  il 12 ottobre a Roma una manifestazione nazionale, e finalmente unitaria, contro l’omofobia. (pubblicato in “Pride”, n. 124, ottobre 2009, pp. 9-10 con il titolo “Emergenza omofobia”)

Stefano Bolognini ⋅
argomenti:

1 commento

  1. Kayden

    On another call Never seen Cytheria in the submissive role with another wo&man#8230; good vid, but not as good as those with the guys who just keep on pounding while her legs are shaking

Commenta

  • (will not be published)