Memoria e diritti lgbt

Il 27 gennaio, come ogni anno, l’Italia commemorerà le vittime della Shoah con le celebrazioni per la Giornata della Memoria. La persecuzione degli omosessuali sotto il nazi-fascismo, dapprima negata, è ormai un elemento al quale le commemorazioni ufficiali non si sottraggono più. Anno dopo anno, infatti, si moltiplicano gli incontri di riflessione, le conferenze e i momenti di raccoglimento che ricordano l’esperienza dei “triangoli rosa” nei campi di concentramento. Come quelli che la militanza lgbt organizza presso i due monumenti che ricordano l’Omocausto a Trieste e Bologna.

È certo che anche quest’anno politici, amministratori e le più alte cariche dello Stato ci terranno a farci conoscere, con dichiarazioni rilasciate alla stampa, il loro sgomento per la violenza subìta anche da gay, lesbiche e trans e a ribadire la loro vicinanza a tutte le vittime di discriminazione condendola di retorico politichese. Ci piacerebbe che per quest’anno i politici tacessero e si limitassero ad agire per fermare la violenza anti-gay con gli strumenti legislativi che hanno a disposizione.

Perché è certo che questo 27 gennaio, ancora una volta, gli omosessuali italiani non avranno uno straccio di legge contro l’omo-transfobia e la violenza anti-gay e non ci sarà nemmeno un quarto di diritto in più per le coppie di persone dello stesso sesso a suggerire che anche la storia italiana, dopo l’incubo del nazi-fascismo, ha voltato finalmente pagina.

Per di più l’Olocausto degli omosessuali non è finito con l’Olocausto. Alle decine di casi di aggressione, violenza e minacce che registriamo ogni anno si aggiungono, nella democratica Italia e solo nella seconda metà del Novecento, a una ricerca purtroppo parziale più di centocinquanta “omocidi” efferati (l’elenco agghiacciante è sul web alla pagina: www.wikipink.org/index.php?title=Omocidi).

Quei nomi cancellati dalla Storia e sostanzialmente dimenticati ci raccontano in modo netto di quanto la memoria delle vittime omosessuali, nell’ufficialità di celebrazioni ingessate, sia ancora lacunosa.

Insomma, ricordare il 27 gennaio per dimenticare il giorno successivo è ormai diventato solo il modo più semplice, rapido e indolore per chi governa di lavarsi la coscienza. Senza agire.

Tacciano allora i politici e ci restituiscano, approvando leggi democratiche che attivamente possano ostacolare il pregiudizio e l’odio anti-gay, una commemorazione concreta e coerente a perenne ricordo del troppo sangue lgbt versato fin qui.

È giusto ricordare che i crimini nazisti sono nati dall’assenza di democrazia. Ma, al di là delle parole di vicinanza, è giusto anche ricordare che l’incapacità di garantire il compimento della democrazia nei diritti e nella tutela dei gay di chi ci ha governato fin qui è complice dello stesso odio.

Stefano Bolognini ⋅

1 commento

  1. Paolo

    Per commentare vorrei iniziare da questa frase:

    ”È giusto ricordare che i crimini nazisti sono nati dall’assenza di democrazia. Ma, al di là delle parole di vicinanza, è giusto anche ricordare che l’incapacità di garantire il compimento della democrazia nei diritti e nella tutela dei gay di chi ci ha governato fin qui è complice dello stesso odio. ”

    In realtà va detto che Hitler prese il potere in maniera democratica, e anche se dopo accentrò il potere comunque ha sempre avuto una lunga fila di sostenitori.
    Il punto dove voglio arrivare è che la vera crudeltà sta nel fare leggi che non tengono conto delle minoranze.
    Si potrebbe pensare che la democrazia è ”giusta”, ma bisogna dire che niente è giusto al 100% e che anche una cosa giusta ha i suoi orrori.
    Il rischio delle democrazie è che si pensi solo agli interessi della maggioranza.
    Se il 70% degli italiani votasse di si per introdurre una minoranza nei lager ciò sarebbe giusto?
    Il problema è quindi nella cultura. La cultura è un mezzo per controllare le persone.
    Bisogna cominciare a pensare con la propria testa. Non è piu accettabile farsi dire da altre persone cosa fare e cosa pensare.
    Il nazismo è salito al potere grazie alla propaganda. Quindi secondo me il vero pericolo sta nella superficialità, nella fiducia cieca che i cittadini ripongono nelle mani dei politici.
    Passando dalla dittatura alla democrazia si è fatto un bel salto di qualità.
    Ora però si dovrebbe fare il salto successivo, e iniziare a costruire un mondo sensato, dove non si fanno delle cose senza motivo e dove non si pensa solo ai lati positivi delle cose.
    In questa società vige la regola implicita e accettata acriticamente da tutti secondo cui se una cosa ha dei vantaggi allora è lecita, e in questo modo non si guardano i lati negativi.
    Per esempio l’ aria condizionata apparentemente fa stare meglio, fa passare il caldo, però alla lunga fa venire il cancro ai polmoni.
    O per esempio le macchine rendono la vita migliore, poichè si può percorrere tanta strada in poco tempo.
    Però non si guarda ai lati negativi: l’ inquinamento fa morire prima le persone, rende la vita peggiore.
    E cosi via con tutte le altre cose: il cibo, gli elettrodomestici, i cellulari, e potrei continuare all’ infinito con la lista ma il concetto è sempre lo stesso, si guardano solo i lati positivi.
    Questo è il problema della società: la superficialità.
    E finchè la gente accetterà acriticamente i dogmi imposti dalla TV non potremo fare nulla, perchè se anche noi dimostrassimo scientificamente che l’ omosessualità è sana e che quelli della TV sono solo stereotipi, la gente continuerebbe a pensarla allo stesso modo.
    Questo perchè purtroppo il problema dell’ uomo è che non pensa con la sua testa, è sempre alla ricerca di una figura paterna che gli dica esattamente cosa pensare.
    Questa figura un tempo era dio, ora è la tv e i politici (che sebbene siano odiati sono sempre seguiti e presi alla lettera).
    Quindi per ritornare al nazismo, secondo me la soluzione sarebbe quella di cominciare a decostruire la cultura: smettere di seguire i media, smettere di credere nelle religioni e nelle teorie del complotto, smettere di credere ciecamente nelle istituzioni, rinunciare alle feste natalizie e a tutte quelle cose che sono imposte dall’ alto e che vengono accettate acriticamente.
    Bisognerebbe poi cominciare a utilizzare veramente la scienza come un arma.
    Se ci guardiamo attorno potremo essere tentati di pensare che la religione sta ”perdendo la battaglia” e che gli stereotipi stanno morendo: non è cosi, gli stereotipi si sono solo spostati.
    I pregiudizi che prima erano contro gli ebrei ora sono contro gli arabi e altre minoranze, e se prima si credeva in dio e in Gesu ora si crede nelle teorie del complotto, negli ufo, nell’ omeopatia, nelle medicine miracolose, nei santoni guaritori, nelle filosofie varie, nei politici… e la lista continua.
    La soluzione sarebbe quindi di smetterla di seguire la maggioranza. La maggioranza sbaglia, la democrazia non rende vera una cosa falsa. Bisogna cominciare a pensare con la propria testa e smettere di fidarsi.
    Anche perchè poi in realtà è stato dimostrato che due genitori gay possono allevare un figlio altrettanto bene di due genitori eterosessuali.
    Il problema però è che se mostri alle persone i dati e ti rispondono che Gesu ha detto che l’ omosessualità è peccato, la scienza allora non serve a nulla.
    La soluzione è rifiutare la cultura.

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