L’orgoglio marcia a sud

da “Babilonia”, maggio 2003 - Ricapitoliamo le manifestazioni del 28 giugno tenute negli ultimi anni. Nel 2000 mezzo milione di gay hanno marciato a Roma. Nel 2001 un arcobaleno ha invaso al Nord Milano. L’anno scorso il PridePadova ha portato in piazza il Nord Est. Manca a quest’appello il Sud che si rifarà il 7 giugno prossimo con il Gay BariPride2003.
“Era ora di investire – dichiara Michele Bellomo presidente e portavoce di BariPride2003 – le energie del movimento gay a sud. L’ultimo Pride è stato quello di Napoli nel 1991. Abbiamo lanciato timidamente la proposta e tutto il movimeno ci ha sostenuto. Vogliamo investire, non intendo solo economicamente ma anche culturalmente e socialmente, per la promozione della realtà gay anche a sud dove il silenzio sull’omosessualità è fortissimo”.
Il Sud finalmente si risveglia e lo fa in grande stile. La politica di Arcigay “G. Forti”, organizzatore dell’evento, vuole che il Pride a Bari sia innanzi tutto motivo di dibattito e crescita sociale.
Per questo dal 18 novembre scorso, giornata ufficiale di apertura delle ‘danze’, si susseguono nella città innumerevoli momenti di confronto con l’opinione pubblica e giornalmente Arcigay Forti si impegna a rendere visibili le problematiche legate alla condizione gay svolgendo un prezioso lavoro a sostegno dell’accettazione della diversità.
Con queste valide premesse l’organizzazione ha ottenuto numerosi successi.
BariPride2003 vanta, ad esempio, il patrocinio di Comune e Provincia di Bari ma anche quello della Regione Puglia e dalla Provincia di Foggia. L’apertura agli omosessuali di queste amministrazioni risulta addirittura sorprendente se si considera che il Comune di Bari e la Regione Puglia sono rette dal centro destra. Probabilmente le polemiche alla negazione dei patrocini delle manifestazioni degli anni scorsi hanno fatto scuola.
Questo Pride, inoltre, ha raccolto l’interesse e l’adesione di tutte le realtà gay italiane. Mai nel movimento si era visto un consenso unanime. Sarà questo il trand del fututro?
L’organizzazione è anche riuscita ad ottenere l’appoggio delle realtà locali che hanno contribuito a sponsorizzare l’evento.
Detta così sembra che Bari sia una sorta di Paradiso Pride ma il cammino che ha portato all’organizzazione della parata non è stato facile. Al contrario.
L’episodio più drammatico l’ha vissuto proprio Michele Bellomo che, nel dicembre scorso, ha trovato questa scritta intimidatoria sulla palazzina dove abita: “07 06 2003 [data della manifestazione, ndr]: ci sarai… forse no”. La firma dell’intolleranza era una croce celtica e il movimento neonazista Forza Nuova, il giorno stesso, annunciava una contromanifestazione a Bari per il 7 giugno. Bellomo ha ricevuto il sostegno di tutta la militanza gay e i Ds presentarono un’interpellanza parlamentare al Ministro degli Interni perché fosse garantita “la sicurezza ei singoli e il regolare svolgimento della manifestazione”. Ad oggi, ci conferma Bellomo una scorta segue ogni suo movimento: “Ci ho fatto l’abitudine – scherza – qualcuno mi ha definito il primo leader gay sotto scorta!”.
Ancora nel febbraio scorso la Commissione Pari Opportunità del comune di Bari si è opposta, con toni omofobi, alla richiesta di Arcigay Bari di istituzione di un registro delle unioni civili nella città. Tutto questo, patrocini a parte, mostra quanto necessità ci sia di far sentire con forza la voce tollerante del movimento gay nel sud.
Manca, questa volta, tra i detrattori della manifestazione la Chiesa. Monsignor Francesco Cacucci, Arcivescovo della città, ha parlato, sulla stampa locale, di Gay Pride riaffermando il diritto di tutti di manifestare per i diritti negati ma chiedendo una manifestazione non volgare. L’intervento ha ricevuto una pronta risposta dall’organizzazione di BariPride2003 e non ha avuto altro seguito. La Chiesa memore delle gaffes del passato ha deciso, almeno per ora, per il silenzio.
Ma cosa chiedono i gay di Bari? “Ad oggi – ribadisce Bellomo scherzando – potrei non fare più il gay Pride! Vedo già molti risultati. Finalmente al Sud si sta parlando di omosesssualità. I giornali locali e regionali, radio e televisive ci hanno dato moltissimo spazio. Nemmeno ce lo saremmo immaginato. Cosa vogliamo? Vogliamo rompere il silenzio sulla nostra condizione”.
Unico neo del Pride a Bari sarà, e lo dicono voci di corridoio dal nord, la lontanza e i costi. Ma il Nord non deve preoccuparsi. L’organizzazione ha pensato anche a questo con tour operator accreditati e soluzioni di viaggio e pernottamento anche molto economiche (per informazioni visitate il sito www.baripride.it o telefonate allo 050/3155540 chiedendo di David) e una Pride Card che permetterà di ottenere sconti presso ristoranti, locali e negozi convenzionati. La volontà è quella di rendere una manifestazione di forte valenza politica anche un’occasione per visitare la ricca città pugliese che non è tra le mete del turismo di massa.
Per il programma della manifestazione si veda al sito www.baripride.it

Stefano Bolognini ⋅

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