Omofobia: conoscerla per evitarla

Un nuovo libro raccoglie le testimonianze di quello che pensano, e dicono, i nostri nemici. E’ un documento utilissimo sull’omofobia, che ci aiuta a conoscerla meglio per riconoscerla, anche quando si veste di panni gradevoli


Da “Pride”, aprile 2003 - Il libro Omofobia il pregiudizio antiomosessuale dalla Bibbia ai Giorni nostri, appena pubblicato da Stampa Alternativa, ricostruisce il pregiudizio anti omosessuale attraverso la pubblicazione di almeno cinquecento citazioni omofobe suddivise in capitoli a seconda della loro provenienza. Ma cos’è una citazione omofoba?

Eccovi alcuni esempi attinti, liberamente, dal primo capitolo dedicato alla religione. Fianco a fianco figurano scritti, dichiarazioni o precetti che dicono ciò che mai avremmo voluto ascoltare dell’omosessualità.

Così, ad esempio, il sacerdote cattolico Baget Bozzo “credo non si possa porre sullo stesso piano la relazione eterosessuale e quella omosessuale”, il suo superiore Ratzinger “la pratica dell’omosessualità sta minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone” e il trapassato Pier Damiani “Questo vizio [la sodomia] è la morte del corpo, la distruzione dell’anima; corrompe la carne…” trovano una involontaria spalla in un esponente della Società islamica del nord America che ebbe a dire: “L’omosessualità produce la distruzione della vita della famiglia”.
Non stupisce più che i seguaci di Cristo o Maometto siano pari quanto a omofobia ma addentrandosi nel capitolo la sorprese crescono.

Chi ricorda il versetto del Levitico che parla di abominio per i rapporti tra individui dello stesso sesso? Dove diavolo ha parlato di amori gay come “peggiore immoralità” Martin Lutero? E ancora, cosa dicono di noi induisti, mormoni, Scientology e compagnia ‘bella’? Tutto questo, e siamo solo al primo capitolo, raccolto con indicazioni bibliografiche precise è Omofobia.

Addentrandoci nel testo troviamo intere sezioni dedicati alla psicologia e alla filosofia ma l’odio per i gay non sembra cambiare tono.

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Omofobia continua con un capitolo dedicato alla giurisprudenza che raccoglie le leggi che ci hanno punito nel corso della storia. La pena capitale, lo sappiamo tutti, ha insanguinato il nostro passato. Quando? Dove? Questo testo ce lo racconta con stralci di numerosi processi che terminarono con un rogo dal mesto odore di finocchio e la ripubblicazione di un’inifinità di sanguinarie leggi antigay dal Codice Teodosiano del 342 d.c in poi. Provi ancora qualcuno a negarlo…
Provi anche, come accade sovente, l’intellettuale eterosessuale di turno ad insegnarci che “l’omosessualità oggi non è più un problema”. Forse non avrà letto l’attualissimo codice penale giamaicano che prevede lavori forzati fino a dieci anni per i gay o quello dello stato americano dell’Alabama la cui pena per atti omosessuali è fino ad un anno di carcere o 2000 dollari di multa. Tutto è scritto qui anche che gli Usa non sono un paradiso per i gay.
Gli autori sono riusciti abilmente a rendere materiale così denso, disparato e magmatico una voce sola. Una voce che grida vendetta. Ma non è finita qui.

Nel libro possiamo gustare l’amaro sapore dell’omofobia nella letteratura, di quella sui muri, nel Web e nelle barzellette e , se non vi bastasse, nella politica. Pare che Lo Presti e Pedote non si siano dimenticati proprio nulla e tra i capitoli non posso dimenticare quello che raccoglie le dichiarazioni omofobe degli omosessuali stessi come Zeffirelli che odia le checche, lo scrittore Saba che si rinnega, Testori che si maledice e Arbasino che definì il Gay Pride l’“orgoglio del sedere”.

Non rischiamo leggendolo una indigestione di omofobia dopo quella che subiamo tutti i giorni?
No, nel libro c’è spazio per l’ironia con i collage di citazioni che assumono carattere grottesco se lette una di seguito all’altra tanto che ci si trova a sorridere dei deliri dei criminologi di cent’anni fa. Sorridere ho detto, perché c’è ancora chi recupera quelle tesi e le ripropone sotto mentite spoglie. Grazie ad Omofobia questo giochetto diventa visibile e non potrà durare ancora a lungo.

Il libro può essere letto con un romanzo o come un sussidiario o come un’enciclopedia o ancora come un manuale di storia. Questo e forse il più grande pregio dell’opera. Per la prima volta è pubblicato un compendio di fonti che attinge ampiamente dal nostro passato miseramente negato. Grazie a omofobia conosciamo il volto dei nostri carnefici, il loro odio e le loro espressioni che non mutano da duemila anni a questa parte.

Se come qualcuno ha detto conoscere la storia aiuta a non commettere gli errori del passato allora riconoscere gli errori-orrori dell’omofobia è il primo passo per combatterli. Sappiamo che il pregiudizio non finirà con il presente ma assumerà nuove forme forse più sottili ed efficaci. Ma Giuseppe Lo Presti e Paolo Pedote continueranno a tenergli testa con la loro opera di denuncia, con l’ausilio di volontari lettori, sul neonato sito www.omofobia.info. Chi la dura…

Stefano Bolognini ⋅

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