Il lento risveglio dell’est

L’articolo 200 del codice penale rumeno puniva le relazioni omosessuali tra adulti consenzienti con da uno a cinque anni di carcere se “avevano luogo in pubblico e se provocano scandalo”. Mercoledì 28 giugno la camera dei deputati rumena ha votato a favore della modifica dell’articolo che ora stabilisce la stessa pena per “perversioni sessuali se hanno luogo in pubblico”.

L’intervento del Consiglio d’Europa che aveva posto come discriminante all’entrata della Romania nell’Unione ha dato i suoi frutti.

Anche in Ex Unione Sovietica un piccolo passo a favore dell’omosessualità. Il 28 giugno si è tenuto un mini gay pride su di una imbarcazione, nelle acque della moscova. L’organizzatore dell’evento, Rostislav Lucianinov, dichiara di voler “far uscire l’arte del travestitismo dalla clandestinità e dai locali riservati e portarla all’aria aperta”.

Attendiamo una svolta reale sulle questioni omosessuali, ma le forti repressioni comuniste del passato e il diffuso pregiudizio paiono ancora ostacoli invalicabili. (Pubblicato in “Pride”, settembre 2000)

Stefano Bolognini ⋅

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