Preti pedofili: tellorenza e titubanza

Preti pedofili: tellorenza e titubanza in “Critica liberale”, vol. XIV, n. 135-137, gennaio-marzo 2007, pp. 102-104.

Per Benedetto XVI gli abusi di minori sono “enormi crimini”, “ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di chiesa”.

Il papa, che si rivolgeva il 28 ottobre 2006 alla Conferenza Episcopale d’Irlanda, auspicava l’adozione di “qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime”.

La solenne dichiarazione, accolta con favore (“una svolta”) dalla stampa italiana, non sembrerebbe né nuova [1], né audace. Il precedente pontificato si era espresso ripetutamente contro il clero pedofilo, dai primi anni novanta [2] fino a fine mandato [3].

Ad esempio (ripescando in un’ampia bibliografia) Giovanni Paolo II inviava alla Conferenza episcopale degli Usa, nel 1993, “una lettera ufficiale di condanna per i sacerdoti accusati di pedofilia [4]” per far fronte a quello che definì “un tumore che può metastasizzare e uccidere il Corpo di Cristo [5]”; nel 1995 firmava un documento di risposta “pastorale” agli abusi sui bambini, salutato da “La Repubblica” come “una svolta nel modo in cui la Chiesa affronta il problema [6]”; ancora nel 1997 incitava a “correggere le situazioni morali sbagliate nell’istituzione ecclesiastica [7]”… e si potrebbe procedere a lungo. Ma si tratta davvero di “svolte”?

Stando ai dati offerti dalla stampa, purtroppo frammentari, la Chiesa sembrerebbe ancora ben lontana dalla soluzione del problema, che anno dopo anno si aggraverebbe [8].

In Brasile “si parla di circa 1700 preti, il 10% del totale, coinvolti in casi di cattiva condotta sessuale: incluse le violenze su bambini[9]”; in Australia solo nel 1997 un’inchiesta aveva attestato a “più di cento [10]” i sacerdoti accusati di abusi; negli Stati Uniti nel 1993 erano stati sborsati almeno “seicento miliardi di lire […] per tacitare vittime di 400 casi riconosciuti di molestie sessuali e pederastia [11]” (nel 2002 infuriava ancora lo scandalo a Boston che “si estese a quasi tutte le altre diocesi d’America [12]) e nel 2006 almeno quattro diocesi hanno chiesto una speciale procedura di bancarotta [13] per far fronte alle compensazioni economiche dovute alle vittime del clero.

Scenari purtroppo simili a quelli già accertati negli Stati uniti […] stanno emergendo anche in inchieste delle chiese locali di altri paesi come l’Inghilterra, la Francia, la Croazia [14]”, l’Austria [15], il Belgio, e l’Irlanda.

Il nostro Paese sembrerebbe immune dallo scandalo, come sottolineava autorevolmente don Fortunato di Noto, celebre sacerdote in prima linea per la lotta alla pedofilia, “i pedofili dovrebbero essere 400.000 e pochissimi sono i preti[16]” e “forse per ragioni culturali - precisava Don Mario De Maio su “Jesus”, nel luglio 2002 - la pedofilia tra i preti è meno diffusa che altrove, ed è sicuramente in diminuzione. I casi approdati alla magistratura sono una dozzina e soltanto sette sono i preti condannati penalmente… Si tratta però di situazioni non relative a ordinazioni recenti”.

L’ambiguità del dato, offerto senza limiti temporali (l’unico testo [17] frammentario, mai pubblicato in Italia sull’argomento, testimonia già 11 casi di sacerdoti pedofili italiani giudicati negli anni ’30), ritorna su “l’Unità”: “I casi noti di preti pedofili o accusati di violenza in Italia sono una manciata, non superano la decina, ma la dimensione è molto probabilmente più vasta di quanto appare [18]”.

Siamo però in grado di aggiornare il dato, grazie a un laborioso di spoglio della stampa degli ultimi vent’anni.

Dal 1990 ad oggi sono stati 24 i sacerdoti condannati per pedofilia e almeno 50 sacerdoti sono stati menzionati dalla stampa come inquisiti e, ferma restando la presunzione di innocenza, sarebbero o in attesa di giudizio o già giudicati senza che la stampa ne abbia dato notizia.

Inoltre il numero di sacerdoti inquisiti in Italia ogni anno sembrerebbe aumentare e non diminuire: nel 2005 sono stati accusati di pedofilia sette sacerdoti, nel 2006, dieci.

I dati, non definitivi (evidentemente non tutti i sacerdoti inquisiti sono finiti in pasto all’opinione pubblica), ma già pubblicati [19] con chiari riferimenti bibliografici dal mensile “Pride”, hanno suscitato nel nostro paese un’unica reazione: il silenzio.

Per far fronte al problema, che appare strutturale, Papa Ratzinger non si limita alle dichiarazioni (orali o scritte) di condanna.

Il pontefice ha approvato personalmente, sul finire del 2005, l’allontanamento dal sacerdozio attivo del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado, accusato di una lunga serie di abusi.

Il provvedimento, senza né assolvere né condannare il prelato (che non è stato ridotto allo stato laicale), è stato accolto con favore: “La decisione […] testimonia ancora una volta la linea della ‘tolleranza zero’ assunta da Papa Ratzinger [20]”.

Sembrerebbe più pragmatico un altro provvedimento, reso pubblico il 4 novembre 2005 e approvato da papa Ratzinger il 31 agosto 2005, per “i criteri di discernimento vocazionale” che ha sancito l’esclusione degli omosessuali al Seminario e agli Ordini sacri [21].

Salutato come una prova inconfutabile del rinnovato impegno della Chiesa contro la pedofilia, il provvedimento è tutto meno che nuovo. Il 6 dicembre 2002 la stampa già accennava [22] infatti ad un documento, su cui lavorò anche Ratzinger, del Congresso sulle vocazioni al sacerdozio teso a sbarrare la porta dei seminari agli omosessuali.

Un testo che abbiamo fortunosamente rintracciato, che porta l’imprimatur vescovile, riporta un “documento riservato in data 1 luglio 1955 ed emanato dalla «Sacra Congregatio de Seminariis et Studiorum Universitatibus»” che tra i “criteri per giudicare la vocazione sacerdotale” esclude gli omosessuali dal sacerdozio: “Dev’essere escluso in qualsiasi tempo, senza indugio e senza concessioni di ulteriori prove, chiunque [seminarista, ndr.] specialmente se pervenuto alla pubertà, avesse commesso, dopo il suo ingresso in Seminario, un peccato grave con persona d’altro sesso oppure con un compagno [23]”.

L’esclusione degli omosessuali dai Seminari, è insomma già in vigore da più di cinquant’anni, e non sembra aver sortito gli effetti sperati.

Stando ai provvedimenti fin qui analizzati, la lotta di papa Ratzinger al clero pedofilo parrebbe più ambigua e titubante che concludente, nuova, o rappresentativa di qualsivoglia “svolta”.

L’ambiguità cresce, poi, quando lo stesso Ratzinger è colpito direttamente dallo scandalo “preti e pedofilia”.

Nel 2005, su richiesta della “stessa Ambasciata del Vaticano”, “il vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha bloccato”, ricorrendo alla “suggestion of immunity”, una procedura giudiziaria a suo carico per l’accusa “di complotto per occultare le molestie sessuali contro tre ragazzi da parte di un seminarista [24]”.

Ancora, il Santo padre ha posto, nel febbraio 2006, William Levada alla guida della Congregazione per la dottrina della fede. Su Levada pesano accuse lontane nel tempo: “gli avvocati di alcune vittime della pedofilia in Oregon, nel 2004, hanno sostenuto che Levada non abbia fatto abbastanza per proteggere i bambini dai predatori sessuali […] Levada, in deposizioni giudiziarie, ha sostenuto di avere agito in conformità con le regole che la Chiesa era data all’epoca degli abusi [25]”.

Altro che “tolleranza zero”, insomma: Ratzinger ha adottato la strategia della “titubanza”, che si inserisce perfettamente nel solco della tradizione come sottolineava un giudizio inclemente dello scorso papato il teologotedesco Hans Küng: “con la rivelazione degli scandali della pedofilia dei clericali, il Vaticano è stato straordinariamente titubante. Nonostante alcune richieste, il Papa non ha mai dato udienza ad alcuna vittima. Anzi, ha riempito di elogi un insigne criminale nel corso di una fastosa cerimonia al Vaticano: il messicano Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo (500 sacerdoti e 2.000 seminaristi) e del movimento laico Regnum Christi, diventato ormai concorrente ancora più conservatore dell’Opus Dei [26]”.

Così lo scandalo continua e, al di là di alte dichiarazioni di intenti, la Chiesa non ha ancora licenziato l’unica politica proseguita fino ad ora dal Vaticano per la lotta alla pedofilia: il silenzio.

Lo impone un documento di “massima segretezza” del Vaticano datato 1962 e pubblicato [27] dall'”Observer” che ordina ai vescovi di mantenere la massima segretezza, pena la scomunica, sulle accuse di abusi ed invita ad “ammonire, correggere e, se il caso lo richiedesse, a sospendere” i sacerdoti indagati.

Proprio quest’anno un lungo dibattito ha cercato di stabilire se quel documento sia o no ancora in vigore [28].

I “no” ufficiali si sono sprecati, ma alcune sinistre dichiarazioni lasciano spazio al dubbio.

Monsignor Cozzoli, docente di Teologia morale all’Università Laternanense, ammetteva candidamente a “Il messaggero” il 6 aprile 2006: “Qualche volta l’autorità ecclesiastica ha coperto certi fatti per evitare che scoppiasse uno scandalo [29] e mentre “Avvenire” invitava a riconoscere “senza sconti le omissioni dei colpevoli [30]” il Cardinal Tarcisio Bertone, tra i collaboratori di Ratzinger alla repressione degli abusi sessuali dei sacerdoti, invitava alle omissioni, esprimendo la convinzione che “un vescovo non possa essere obbligato a rivolgersi alla magistratura civile per denunciare il sacerdote che gli ha confidato di aver commesso il delitto di pedofilia [31]”.

La trasmissione “le Iene”, infine, il 30 ottobre 2006, mandava in onda un’inchiesta nella quale tre sacerdoti invitavano quella che si era presentata loro come una madre di un bambino abusato a non denunciare il fatto alla magistratura[32].

 

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Getta acqua sul fuoco, comunque, il cardinale colombiano Dario Castrillon: “La chiesa è durissima con i casi reali, ma non con semplici accuse: a volte sui casi di pedofilia nel clero sembra che il bilancio sia gonfiato [33]”. A volte, sembra…


[1] L’allora Cardinal Ratzinger firmava l’epistola De delicti gravioribus contro il clero pedofilo nel maggio 2001. L’epistola è consultabile all’url: http://web.infinito.it/utenti/i/interface/Lettera.html, ultima visita dicembre 2006.

[2] Domenico Del Rio, I preti e il sesso, in “La Repubblica”, 4 ottobre 1990, p. 17. La Chiesa condannava reiteratamente anche la pedofilia in genere nei primi anni ’90. v. al riguardo: Marco Politi, Pedofilia, crimine contro l’umanità, in “La Repubblica”, 1 settembre 1996, p. 15; Marco Politi, Quando la chiesa maledice i pedofili, in “La Repubblica”, 16 marzo 1997, p. 11.

[3] Cf. Francesco Peoloso, Il Papa: mi vergogno per i preti pedofili, in “L’Unità”, 29 luglio 2002, p. 11.

[4] Orazio La Rocca, Wojtyla: “Piango i preti tentati dai vizi del sesso”, in “La Repubblica”, 22 dicembre 1993, p. 22.

[5] Vittorio Zucconi, Nel nome del sesso, amen, in “La repubblica”, 24 giugno 1993, p. 25.

[6] Arturo Zampaglione, I vescovi e la pedofilia, in “La Repubblica”, 26 ottobre 1995, p. 12.

[7] Marco Politi, Pedofili nella Chiesa l’allarme di Wojtyla, in “La Repubblica”, 8 novembre 1997, p. 22.

[8] Cf. Marco D’Eramo, Pedofilia, Giù le mani dai chierichetti, in “Il Manifesto”, 19 febbraio 2002.

[9] Virginia Piccolillo, Scandalo in Brasile, i diari dei preti pedofili, in “Corriere.it”, 21 novembre 2005. L’articolo è consultabile all’url: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/21/preti.shtml, ultima visita dicembre 2006.

[10] Anonimo, Pedofilia, bufera sul clero australiano, in “L’Unità”, 27 agosto 1997, p. 10; Anonimo, Cento preti coinvolti in abusi sessuali, in “La Repubblica”, 27 agosto 1997, p. 19.

[11] Vittorio Zucconi, Nel nome del sesso, amen, in “La Repubblica”, 24 giugno 1993, p. 25.

[12] Usa: pedofili e chiesa: cattolici tornano a messa, Agenzia stampa, Ansa, 18 maggio 2005, 15:57.

[13] V. Pedofilia: Padre Henn, dall’Arizona agli arresti domiciliari a Roma (3), Agenzia stampa, Adnkronos, 2 febbraio 2006, 13:22; V. Anche: Usa: con sì Vaticano chiuse 10 chiese per mancanza di fondi, Agenzia stampa, ANSA, 15 gennaio 2006, 16:28; Usa: Pedofilia, accordo da 85 milioni per diocesi Kentucky, Agenzia stampa, Ansa, 31 gennaio 2006, 22:56; Pedofilia: Usa, ex monsignore Boston privato abito talare, Agenzia stampa, Ansa, 18 marzo 2006, 0:29; Annunciato accordo su preti pedofili in  diocesi Portland, Agenzia stampa, Apcom, 11 dicembre 2006, 20:07.

[14] Virginia Piccolillo, Scandalo in Brasile, i diari dei preti pedofili, in “Corriere.it”, 21 novembre 2005. L’articolo è consultabile all’url: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/21/preti.shtml, ultima visita dicembre 2006.

[15] Anonimo, Catena di scandali dagli Usa all’Austria, in “La Repubblica, 8 novembre 1997, p. 22.

[16] Fortunato Di Noto, La pedofilia non centra niente con il celibato, in “Vita Pastorale”, n. 10,  ottobre 2001. L’articolo è consultabile all’url: http://www.stpauls.it/vita03/0110vp/0110vp09.htm, ultima visita dicembre 2006.

[17] Anonimo, Reverendo giù le mani!,  La Fiaccola, Ragusa 2000.

[18] Francesco Peoloso, Preti pedofili cacciati, il Vaticano si divide, in “L’Unità”, 25 aprile 2002, p. 11.

[19] V. il mio, Pastori o lupi, in “Pride”, gennaio 2006. L’articolo è consultabile all’url: http://www.stefanobolognini.it/attualita/preti1.html, ultima visita dicembre 2006. Il dato relativo al numero di casi di sacerdoti pedofili è stato aggiornato in questa sede.

[20] Papa: silenzio e penitenza per padre Maciel (2)i, in Agenzia stampa AGI, 19 maggio 2006, ore 11:36.

[21] Cf. Anonimo, Violato il segreto sui preti pedofili, in “La Stampa”, 20 gennaio 2006.

[22] Eduardo De Blasi, Il vaticano chiude la porta ai preti gay, in “L’Unità”, 6 dicembre 2002, p. 11.

[23] cf. Manuel Tejera, L’autoerotismo nei seminaristi, in AA.VV., Elementi di medicina e psicologia pastorale, 2 voll, Oari, Varese 1969, vol. 2, pp. 266-268.

[24] Cf. Anonimo, Preti pedofili, gli Usa non coinvolgono il Papa, in “Corriere.it”, 21 settembre 2005, l’articolo è consultabile all’url: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/20/papa.shtml, ultima visita dicembre 2006.

[25] Papa: Concitoro; Levada, successore Ratzinger a Ex-S. Uffizio, in Agenzia stampa ansa, 22 febbraio 2006, ore 18:16.

[26] Hans Küng, Il papa che ha fallito, in “Corriere.it”, 3 marzo 2005. L’articolo è consultabile all’url: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Documento/2005/03_Marzo/26/index_kung.shtml, ultima visita dicembre 2006.

[27] Il documento è consultabile all’url: http://www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/observer/observer/observer.html, ultima visita dicembre 2006.

[28] Cf. Anonimo, Preti pedofili, gli Usa non coinvolgono il Papa, in “Corriere.it”, 21 settembre 2005, l’articolo è consultabile all’url: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/20/papa.shtml, ultima visita dicembre 2006.

[29] Pedofilia, Monsignor Cozzoli, se vero colpa più grave perché prete, Agenzia stampa, Adnkronos, 6 aprile 2006, 10:41.

[30] Pedofilia, Avvenire, punire delitto e riconoscere omissioni, Agenzia stampa, Ansa, 7 aprile 2006, 12.39.

[31] Papa: Bertone, un salesiano di sicura dottrina, Agenzia stampa, AGI, 15 settembre 2006, 13:22.

[32] Cf. Nuovo colpo delle iene, preti consigliano omertà su molestie, Agenzia stampa, Ansa, 30 ottobre 2006, 17:01.

[33] Preti pedofili: Card. Castrillon Hoyos, rischio campagna stampa, Agenzia stampa, AGI, 6 novembre 2006, 12:37.